Siamo in metro, a Roma, vicino alla fermata di San Giovanni, ore 8,30 del mattino. Da un gruppo di persone che si trovano vicino a una delle porte del vagone, si levano delle urla. I viaggiatori iniziano ad allontanarsi tutti insieme dalla porta, mentre qualcuno urla “menateje, buttatela sotto la metro sta zingara di m…” Nel frattempo la metro si ferma e una giovane rom, 12-15 anni al massimo, scappa terrorizzata, inseguita dal gruppo di turisti spagnoli che aveva lanciato l’allarme, probabilmente dopo un tentativo di furto. Interviene la sicurezza e tutti risalgono sul vagone.
S., altezza 1.55, fisico minuto, interviene: “Ma non vi vergognate? Sareste disposti a buttare una ragazzina sotto la metro per un portafoglio? Ma dove è finita l’umanità?? Me fate schifo tutti.” E un uomo alto e robusto, inizia a insultarla dandole della p.. comunista, senza che nessuno intervenga in difesa della donna. S. non demorde e reagisce e l’uomo scende alla fermata successiva.
“Quando ho letto la storia denunciata pochi giorni fa dalla giornalista circa la rom picchiata in metro davanti alla figlia, mi è venuto in mente subito quello che mi era successo pochi mesi prima, fatto che ho raccontato a tutti i miei amici perché mi ha veramente sconvolto, ma non ho pensato, magari sbagliando, di riportarlo. Così sono qui a scrivervi.”
A scriverci è Serena, da Roma.
Riportiamo il messaggio di S. per due motivi. Perché ancora una volta ci conferma che il comportamento di chi ha una maggiore visibilità mediatica (giornalisti, uomini politici, personaggi dello spettacolo, intellettuali) ha una valenza esemplare e può incoraggiare chi si trova ad essere testimone di casi di razzismo quotidiano ad uscire dall’invisibilità e a raccontarli. E ci dice anche un’altra cosa.
Non ci sono solo l’indifferenza, la cattiveria e la disumanità. Negli spazi della vita quotidiana, c’è chi si ribella al razzismo in prima persona, anche quando sa di non trovare nessuna solidarietà da parte dei presenti.
Queste briciole di comportamento quotidiano gettano un raggio di luce nella palude di cattiveria in cui ci troviamo immersi.
Grazie S.