Il commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović, pubblicando un nuovo rapporto in vista della “Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale”, ha dichiarato: “Il razzismo e la discriminazione razziale contro le persone di origine africana rimangono un problema diffuso ma non riconosciuto in Europa. È tempo di riconoscerlo e di adottare misure per combattere l’afrofobia in modo più efficace”.
Il nuovo rapporto appena pubblicato si basa sulle discussioni che il commissario ha tenuto il 24 novembre 2020 con i difensori dei diritti umani che lavorano per combattere l’afrofobia. Sottolinea che le persone di origine africana continuano ad essere esposte a forme particolarmente gravi di razzismo e discriminazione, compresi gli stereotipi razzisti, la violenza razzista, il racial profiling da parte delle forze dell’ordine e nella giustizia penale, e le pratiche che perpetuano le disuguaglianze sociali ed economiche. Questa situazione, sottolinea il report, è aggravata dalla negazione prevalente del problema e dalla mancanza di un dibattito pubblico sull’afrofobia in Europa. I casi e i modelli di violazione dei diritti umani che colpiscono le persone di origine africana non sono presi in adeguata considerazione, anche quando sono attestati in modo affidabile. Il rapporto sottolinea anche la ricerca limitata e i dati sull’uguaglianza, gli sforzi insufficienti per affrontare l’eredità del colonialismo e della tratta degli schiavi, e la mancanza di sforzi educativi e di sensibilizzazione che contribuiscono all’invisibilità del problema.
“C’è una ricchezza di norme e linee guida internazionali alla base degli obblighi degli stati di combattere il razzismo e la discriminazione razziale, con particolare attenzione alle persone di origine africana. Gli stati membri dovrebbero attuarle con urgenza per invertire la situazione”, ha detto il commissario. “C’è bisogno di superare la resistenza al riconoscimento della responsabilità per queste violazioni”, ribadisce il commissario. Sottolinea anche la necessità di riflettere la schiavitù storica e il passato coloniale, così come le loro ramificazioni attuali, nei programmi scolastici.
Infine, il commissario sottolinea l’obbligo degli Stati membri di fornire protezione e sostegno ai difensori dei diritti umani che lavorano per combattere l’afrofobia, facilitando un ambiente sicuro e libero per loro di svolgere il loro lavoro senza ostacoli legali, politici o amministrativi inutili o sproporzionati. Devono avere voce in capitolo nella politica nazionale e dovrebbero avere più opportunità di dialogo a livello regionale. “È tempo che i paesi europei affrontino le radici e le forme attuali di razzismo e discriminazione e inizino a costruire società più inclusive”, ha concluso il commissario.
Leggi il rapporto del Commissario “Combating racism and racial discrimination against people of African descent in Europe”
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