“A volte, si ha l’impressione che la distanza tra la politica e i cittadini sia davvero siderale: la visita di Matteo Salvini a Santa Croce, in questi giorni, ne è un esempio emblematico”. A scriverlo è Rebeldia, progetto composto da una rete informale di gruppi e associazioni che si battono per i diritti e contro il razzismo, all’interno del territorio pisano. Lo stesso territorio che venerdì è stato teatro della visita di Matteo Salvini, segretario della Lega Nord. Il leader del Carroccio ha preso parola sull’ex Hotel Cristallo, struttura in cui, dopo l’aggiudicazione del bando della prefettura di Pisa da parte di una cooperativa di Roma, dovrebbero essere ospitati settanta richiedenti asilo. “Gli alberghi vecchi o nuovi andrebbero riservati ai cittadini italiani, toscani o pisani”, ha affermato Salvini. “Il leader leghista – scrivono i membri del progetto pisano – si scaglia contro l’arrivo dei profughi, come se il problema dell’Italia fosse l’accoglienza a persone che fuggono da guerre e persecuzioni. Per tutta risposta, gli amministratori locali polemizzano con la Prefettura, ‘colpevole’ di aver accolto qualche decina di migranti nei loro territori ‘senza avvisare i Comuni’. In questo dibattito sfugge però il punto fondamentale: come si organizza l’accoglienza, con quali criteri, con quali garanzie per le persone accolte, con quali procedure”. In mezzo al dibattito politico ripreso dai mass media, infatti, spesso l’attenzione si concentra più sulle dichiarazioni e sulle polemiche che sulla sostanza delle cose. In questo caso, è il progetto Rebeldia, insieme all’associazione Africa Insieme, a far emergere quello su cui nessuno si sofferma, ossia che “per la gestione dello spazio di accoglienza dell’ex Hotel Cristallo, a Santa Croce, il bando della Prefettura è stato vinto da soggetti che compaiono anche nell’inchiesta romana Mafia Capitale”. Proprio così: “ad aggiudicarsi l’appalto è stata infatti RTI, una rete di aziende la cui capofila è la cooperativa romana Tre Fontane, a sua volta parte del consorzio Casa della Solidarietà”. Proprio ‘Casa della Solidarietà’ – sottolineano le associazioni – insieme a ‘Domus Caritatis‘ e ‘Consorzio Erichnes‘ di Salvatore Buzzi, braccio destro di Carminati, si spartivano – secondo un rapporto della Ragioneria dello Stato – più di 30 milioni di euro per la gestione dell’emergenza abitativa: soldi che uscivano da delibere e convenzioni del Comune di Roma, in via diretta e senza bandi di gara”. Sembra dunque assurdo che “con un’inchiesta ancora in corso, e con accuse che – se confermate – sarebbero gravissime”, la Prefettura affidi a queste stesse cooperative la gestione dell’accoglienza di 70 profughi sul territorio toscano. Persone che, come ricordano le associazioni, “sono fuggite da guerre e violenze generalizzate nei loro paesi di origine, e che andrebbero accolte in modo dignitoso”. Le indagini su Mafia Capitale raccontano però una realtà decisamente diversa, in cui i migranti diventano “strumento per business e malaffare. Ci raccontano di cooperative che si arricchiscono a spese della disperazione e della fragilità sociale delle persone accolte. Ci raccontano, in altre parole, di un sistema in cui le vittime erano, allo stesso tempo, i profughi (ospitati in condizioni vergognose), gli operatori (sfruttati e sottopagati dalle cooperative), e i cittadini contribuenti”.
Di fronte a questa situazione, sollevare dei dubbi non solo è lecito, ma è doveroso. “Qual è il problema? Il problema sono i «clandestini privilegiati», come tuona Salvini in cerca di consensi elettorali? Il problema sono i 70 migranti che arrivano sul territorio «all’insaputa dei Sindaci», come dicono gli amministratori di Santa Croce? A noi – sottolineano le associazioni – sembra che il punto sia tutt’altro: il nodo vero è quello di garantire un’accoglienza dignitosa a richiedenti asilo e rifugiati, come ci chiede la Convenzione Internazionale di Ginevra. E ‘il problema dei cittadini italiani’ non sono i profughi, ma chi ci specula per i propri affari, alla faccia delle persone fragili, e degli stessi contribuenti”.
Sull’accoglienza dei richiedenti asilo presso l’ex Hotel Cristallo si è espressa anche l’associazione Arturo, contraria, come si legge in un comunicato, a “un modello di accoglienza che sul nostro territorio si è affermata negli ultimi anni, replicando e imponendo delle modalità di gestione che osserviamo in tante parti d’Italia e che sono lesive della dignità umana, inefficaci rispetto alla finalità dell’inserimento nel tessuto sociale, oltre che inquinate da abusi, illeciti e forme di corruzione”. Arturo, che si associa “alle preoccupazioni circa la reputazione della cooperativa che si è aggiudicata il bando per la gestione della struttura”, sottolinea: “Dare accoglienza significa non limitarsi a fornire vitto e alloggio, ma anche servizi fondamentali come la tutela legale, l’assistenza sanitaria, l’inserimento scolastico per i minori, l’orientamento e accompagnamento sociale, i corsi di lingua italiana. La logica non può essere quella di trovare luoghi dove stipare le persone senza pensare a possibili percorsi di inserimento e senza tener conto dei diritti e dei bisogni delle persone. La programmazione, la concertazione con le amministrazioni locali, il coinvolgimento delle agenzie del territorio sono indispensabili per realizzare un’accoglienza degna di questo nome. Pertanto riteniamo inopportuna la procedura seguita dalla Prefettura di Pisa in questa occasione”. La posizione dell’associazione “non è in alcun modo associabile alla posizione di chi [..] prontamente sfrutta l’operazione Hotel Cristallo a fini di consenso elettorale. Rifiutiamo un linguaggio e una rappresentazione della realtà che per approssimazione, estrema semplificazione o per precisa volontà politica, confondono fenomeni che sono di diversa natura, e ignorano o distorcono dati e informazioni. Quando parliamo di “profughi” ci riferiamo a richiedenti asilo, ovvero persone costrette alla migrazione forzata a causa di guerre o persecuzioni, persone che chiedono protezione all’Italia, che esercitano un diritto sancito dalla nostra Costituzione oltre che da Trattati internazionali che l’Italia ha sottoscritto. Insieme all’amministrazione comunale – prosegue l’associazione – alle forze politiche, alle associazioni e ai cittadini che condividono i valori dell’accoglienza e della solidarietà, vigileremo sugli sviluppi di questa vicenda e ci opporremo alla realizzazione di un’operazione ispirata da una logica concentrazionaria che giudichiamo profondamente sbagliata”.