Il Consiglio dei Ministri ha impugnato davanti alla Corte Costituzionale la legge 2/2015 della Regione Lombardia ‘Principi per la pianificazione delle attrezzature religiose0 – la cosiddetta ‘legge anti-moschee‘. Secondo il governo la legge, entrata in vigore lo scorso 3 febbraio 2015, presenterebbe principi di incostituzionalità: sarebbe infatti in contrasto con gli articoli 3, 8 e 19 della Costituzione Italiana, a causa di una serie di obblighi e requisiti che andrebbero a incidere sull’esercizio in concreto del diritto fondamentale e inviolabile della libertà religiosa. Non solo: la legge, che è passata in Consiglio regionale con i soli voti della maggioranza di centrodestra, violerebbe l’art. 117 lettere a), c) e h) della Costituzione, disciplinando la tematica in contrasto con i principi contenuti nei trattati europei e internazionali, nonché invadendo la competenza esclusiva dello Stato in materia di rapporti tra Repubblica e le confessioni religiose. La norma regionale sembrerebbe essere inoltre in contrasto con l’art. 118 comma 3 Cost., che affida alla sola legge dello Stato il potere di disciplinare forme di coordinamento fra Stato e Regione nella materia della sicurezza pubblica.
La legge, contenente nuove norme urbanistiche più stringenti sull’apertura di luoghi di culto nella regione, era stata definita da più parti un’iniziativa discriminatoria portata avanti dalla maggioranza in Regione, che “si limita a fare un utilizzo pretestuoso e strumentale dello strumento legislativo in materia urbanistica con il chiaro e dichiarato intento di introdurre forti limitazioni al diritto della libertà di religione e di culto”, prevedendo peraltro “una differenza di trattamento tra confessioni religiosi (in particolare tra quella cattolica e le altre)”, e sottomettendo la “pratica di culto a procedimenti amministrativi discriminatori”. (per info vedi qui, qui e qui). E’ di pochi giorni fa la presentazione, da parte di diverse confessioni religiose insieme a Asgi e Avvocati per niente, di un’istanza di impugnativa con sospensiva della legge.
Oggi le iniziative di contrasto alla legge sono state accolte dal governo, tra la soddisfazione delle associazioni, che chiedono l’immediata sospensione della legge da parte della Corte Costituzionale. Sarà ora compito della Corte vagliare l’adeguatezza e l’utilità delle norme regionali varate.