A Piazzapulita – LA7, qualche giorno fa, è andato in onda un servizio sulla bruttissima vicenda di Lodi, dove i bambini stranieri vengono discriminati a mensa e per lo scuolabus da un regolamento comunale. Queste leggi approvate da enti locali a guida leghista sono strumenti di propaganda e vengono in genere bocciati dalla Corte Costituzionale. Quanto sta accadendo a Lodi e in altri Comuni riguarda la pretesa delle amministrazioni di erogare le prestazioni sociali richiedendo agli stranieri documentazione aggiuntiva in contrasto con la procedura ISEE fissata da norma nazionale. Un comunicato stampa dell’Asgi.
Con riferimento all’emanazione del Regolamento di Lodi e alle dichiarazioni, anche di esponenti politici del governo, che intenderebbero garantire la tutela dei diritti dei bambini e di quanti non abbiano la possibilità di produrre i documenti richiesti, ASGI e NAGA – che hanno proposto ricorso al Tribunale di Milano in accordo con i coordinamenti locali mobilitati a difesa delle famiglie straniere – precisano che la questione non può essere affrontata con soluzioni limitate né ai casi di impossibilità di produrre documenti del paese di origine, né ai casi relativi al solo accesso alla scuola.
Quanto sta accadendo a Lodi e in altri Comuni, riguarda, invece, la pretesa delle amministrazioni di erogare le prestazioni sociali richiedendo agli stranieri documentazione aggiuntiva in contrasto con la procedura ISEE fissata da norma nazionale (DPCM 159/13) e ai sensi dell’art. 117 della Costituzione quale “livello essenziale delle prestazioni”, da garantire su tutto il territorio nazionale.
E’ un problema di uguaglianza sostanziale non solo tra cittadini e stranieri , ma anche tra cittadini italiani giacché se ciascun Comune potesse stabilire secondo propri criteri “chi è ricco e chi è povero” verrebbe meno la scelta del legislatore, operata nel 2013, di stabilire criteri uniformi su tutto il territorio nazionale, per quanto riguarda l’accesso alle prestazioni sociali.
L’ISEE – che non è una autocertificazione, ma una attestazione pubblica del livello di reddito e di patrimonio – è appunto il criterio prescelto dal legislatore e ad esso le amministrazioni sono tenute a fare riferimento, salvi ovviamente tutti i controlli successivi che devono essere effettuati , ferma l’erogazione delle prestazioni fino all’esito degli stessi.
Sono queste le ragioni che ASGI e NAGA hanno sottoposto al Giudice nella causa pendente contro il Comune di Lodi che verrà discussa il 6 novembre prossimo e in altra causa contro il Comune di Palazzago (promossa da un singolo interessato con il sostegno di ASGI e della CGIL di Bergamo).
Altre azioni sono in programma per le prossime settimane contro altre amministrazioni a sostegno delle ragioni di uguaglianza e di parità di trattamento che, sottolineano le associazioni, non riguardano solo l’accesso alle mense scolastiche o ai servizi di scuolabus, ma tutte le prestazioni sociali agevolate previste dalla normativa sull’ISEE.
Associazione studi giuridici sull’immigrazione
Naga – Associazione Volontaria di Assistenza Socio-Sanitaria e per i Diritti dei Cittadini Stranieri Rom e Sinti ONLUS