La Corte europea per i diritti umani di Strasburgo, il 1 settembre, ha condannato l’Italia per aver violato i diritti di tre cittadini tunisini (Saber Ben Mohamed Ben Ali Khlaifia, Fakhreddine Ben Brahim Ben Mustapha Tabal e Mohamed Ben Habib Ben Jaber Sfar) nel 2011. I tre migranti erano stati salvati in mare, portati al centro di primo soccorso di Contrada Imbriacola a Lampedusa, e poi espulsi in base agli accordi bilaterali che intercorrono con la Tunisia, il 27 e il 29 settembre. Secondo la Corte, però, l’Italia non avrebbe tenuto conto del diritto alla valutazione delle posizioni personali dei tre migranti. E per questo motivo dovrà risarcire ognuno di loro con 10mila euro. La cifra è esigua, ma la sentenza è comunque importante. Nelle motivazioni del dispositivo, si legge che l’Italia avrebbe tenuto i tre cittadini tunisini in condizioni “degradanti” e li avrebbe trattenuti nel centro di Lampedusa “contro la legge, senza nessuna motivazione giuridica valida e senza riferire ai tre le motivazioni di tale detenzione”. Per Strasburgo, il flusso eccezionale di cittadini tunisini che affluì sull’isola in quei mesi, non può essere una scusante per le istituzioni italiane, che avrebbero dovuto comunque trovare una sistemazione “più umana”. Ma la cosa più grave, secondo i giudici, è stata la disposizione di una detenzione senza nessuna copertura normativa, per di più violando l’interdizione alle espulsioni collettive.
Qui di seguito il comunicato stampa dell’ARCI che sintetizza le conclusioni della CEDU e i link alla sentenza (con la documentazione allegata).
La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo condanna l’Italia per il trattenimento illegale e l’espulsione di tre cittadini tunisini
E’ arrivato a sentenza il procedimento intentato davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo da due avvocato italiani, Luca Masera e Stefano Zirulia, per conto di tre cittadini tunisini.
La sentenza riveste una grande importanza, per i contenuti e per il contesto in cui si colloca.
La vicenda risale al 2011, Ministro dell’Interno Maroni, quando nel centro di Lampedusa vennero rinchiusi per 4 giorni, senza l’avvallo della magistratura e senza poter contattare un legale, diversi migranti tunisini che poi vennero espulsi collettivamente verso il paese d’origine.
Tre di loro, grazie anche all’intervento dell’Arci, vennero rintracciati in Tunisia e diedero mandato ai due legali di sporgere denuncia.
La sentenza della corte Europea stabilisce tre principi fondamentali:
– è illegittimo detenere una persona senza che il provvedimento di restrizione della libertà personale venga avvallato da un magistrato e sia consentito ai detenuti di consultare un legale;
– le condizioni di detenzione nel centro di Lampedusa non rispettavano quanto previsto dall’articolo 3 della convenzione Europea dei diritti dell’uomo, in particolare per quel che riguarda i trattamenti disumani e degradanti;
– le espulsioni collettive verso la Tunisia erano illegittime, perché effettuate solo sulla base della nazionalità degli espulsi, senza il vaglio dei singoli casi e senza un provvedimento della magistratura.
Questa sentenza crea un importante precedente, di cui le istituzioni italiane ed europee dovranno tener conto nella discussione in corso e nei trattamenti concreti riservati ai migranti.
Questo vale per esempio sulla prevista detenzione negli hot spot, di cui si chiede con insistenza all’Italia di dotarsi. Hot spot e Hub chiusi nel sud Italia, dove i migranti verrebbero trattenuti in attesa dell’identificazione e della valutazione se richiedenti asilo o meno.
Secondo i giudici della Corte questo trattamento sarebbe illegale. Come illegali sono le condizioni di degrado in cui vengono costretti a vivere i migranti e richiedenti asilo nella maggior parte dei Cie e dei Cara.
Una sentenza dunque che rafforza chi da anni si batte contro quella sospensione del diritto cui le istituzioni si sentono autorizzate nei confronti dei migranti, chiedendone il rispetto della dignità e dei diritti.
Roma, 1 settembre 2015
La sentenza
Espulsioni collettive – sentenze della CEDU
Detenzione dei migranti – sentenze della CEDU
Comunicato stampa della Corte europea per i diritti dell’uomo (in inglese e francese)