Il cinema al servizio dei diritti umani, contro gli stereotipi dominanti e contro il silenzio che copre le tragedie delle persone che tentano di raggiungere la “Fortezze Europa”, il vissuto traumatico di quanti vengono trattenuti nei Cie, o l’odissea dei richiedenti asilo.
Una giornata di approfondimento attraverso le immagini di documentaristi, operatori e mediattivisti, insieme per provare a rompere il muro dell’indifferenza.
Con queste premesse nasce “L’isola che non CIE”, evento a cura di Maria Coletti organizzato per venerdì 17 maggio a Roma, presso la Cineteca Nazionale del Cinema Trevi.
Tante le proiezioni previste: da “Come un uomo sulla terra” di Andrea Segre, a “Soltanto il mare” di Dagmawi Yimer, passando per “In nome del popolo italiano” di Gabriele Del Grande e Stefano Liberti e “To Whom It May Concern” di Zakaria Mohamed Ali, per concludere con “Vol Spécial” di Fernand Melgar, primo documentario girato da una troupe cinematografica all’interno di un Centro di detenzione.
Dopo aver trattato il tema dell’accoglienza dei richiedenti asilo in Svizzera nel documentario “La Forteresse” – Pardo d’oro al Festival Internazionale del Film di Locarno – Fernand Melgar mette in evidenza la fase finale del percorso migratorio, concentrandosi sul centro di detenzione amministrativa di Frambois, a Ginevra, uno dei 28 centri di espulsione presenti in Svizzera.
L’evento, a ingresso libero, è organizzato dalla Cineteca Nazionale in collaborazione con Archivio delle Memorie Migranti e ZaLab.
Oltre alle proiezioni sono previsti interventi e dibattiti.
L’appuntamento è per venerdì 17 maggio, dalle ore 17.00, presso il Cinema Trevi, Vicolo del Puttarello 25, Roma.