La vicenda comincia nell’ottobre 2017, quando la giunta leghista emana una delibera, di concerto con l’assessora alle politiche sociali, che modifica il Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate nelle mense scolastiche e per l’utilizzo dello scuolabus. Un anno dopo, prima dell’inizio dell’anno scolastico, i genitori dei bambini stranieri che frequentano le scuole della città, si rendono conto che le modifiche apportate al Regolamento contengono elementi discriminatori. Il Regolamento, così come modificato dall’ordinanza, prevede che per ottenere i benefici di legge e non pagare la tariffa piena per mensa e trasporto a scuola, le famiglie dei bambini stranieri debbano presentare, oltre all’ISEE richiesto agli italiani, anche una certificazione che attesti l’assenza di proprietà immobiliari nel Paese di origine. In assenza di quelle carte, gli stranieri devono pagare la tariffa massima. La delibera, una volta divenuta un caso nazionale, in seguito alle proteste delle famiglie e delle associazioni, ha prodotto due risultati importanti: innanzitutto, una grande mobilitazione in solidarietà delle famiglie, che in pochi giorni ha raccolto le somme necessarie a coprire i costi della mensa e del trasporto per tutto l’anno scolastico e per tutte le famiglie che ne avevano bisogno; e in secondo luogo, un ricorso (poi vinto) depositato presso il Tribunale di Milano presentato da ASGI e NAGA. Per conoscere i dettagli sull’iter giudiziario della vicenda, scarica la scheda.