La tavola e le infografiche che seguono, offrono un quadro di insieme delle violenze verbali e fisiche, dei danni alla proprietà e delle discriminazioni di matrice xenofoba o razzista documentati da Lunaria grazie alle segnalazioni pervenute da parte delle vittime, dei testimoni, di altre associazioni o grazie a notizie di stampa. Si tratta dei casi che sono raccontati sinteticamente nel nostro database online liberamente accessibile qui: http://sostieni.cronachediordinariorazzismo.org/il-razzismo-quotidiano/. Tra il 1° Gennaio 2008 e il 31 marzo 2020 i casi documentati sono 7.426, 7.267 se ci fermiamo al 31 dicembre 2019.
Le tavole che illustrano i dati dettagliati completi sono disponibili qui.
Data la parzialità del dato sul 2020, rappresentiamo qui in forma grafica i dati sui casi documentati fino al 31 dicembre 2019: si tratta di 7.267 casi che comprendono 5.231 violenze verbali, 883 violenze fisiche contro la persona, 169 danneggiamenti alla proprietà e 984 casi di discriminazione.
Tra le violenze verbali prevalgono i 3.670 casi di propaganda discriminatori. Gli strumenti utilizzati sono diversi: dai canali della rete (siti, blog, social network) alle dichiarazioni verbali, dagli striscioni ai manifesti; sono documentati anche alcuni casi di informazione scorretta, violenta e esplicitamente discriminatoria. A questi si accompagnano 1.128 casi di offese, minacce o molestie verbali pronunciate da singoli individui, mentre sono 433 le diverse forme di manifestazioni pubbliche (cortei, presidi, raccolte di firme) che hanno scelto come bersaglio i migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati.
Ma i dati che ci sembrano più preoccupanti riguardano le 883 violenze fisiche contro le persone e i 169 danneggiamenti di beni o proprietà connessi (o ricondotti) alla presenza di cittadini stranieri.
Sebbene i dati sui casi documentati da Lunaria non abbiano alcuna rappresentatività statistica, ci sembra che sia da guardare con grande attenzione la anomala ricorrenza di aggressioni fisiche, effettuate individualmente o in gruppo, che abbiamo documentato nel biennio 2018-2019 rispetto agli anni 2012-2017. Gli anni 2009 e 2018 sono i peggiori nel periodo considerato, almeno attraverso la lente del nostro osservatorio. Forse non è irrilevante l’analogia tra i toni, i temi e gli “argomenti” che hanno attraversato il dibattito pubblico sulle migrazioni in entrambi gli anni.
Tra le 984 discriminazioni riscontrate, in 654 casi, i responsabili sono attori istituzionali (politici o amministrativi). Anche questo è un numero da non sottovalutare: ci segnala quanto ci sia ancora da fare per prevenire la xenofobia e il razzismo persino in quelle sedi che dovrebbero essere in prima fila nel prevenirli e nel combatterli. Sono invece 330 le discriminazioni commesse da privati cittadini documentate.
L’analisi del movente discriminatorio, rilevato in 7.259 casi, evidenzia che le origini nazionali o “etniche” sono il movente più ricorrente delle discriminazioni e delle violenze razziste da noi documentate (68%), seguito dai tratti somatici (20%), dal movente religioso (11%) e, in forma residuale, dalle pratiche culturali (1%). E’ da osservare che i tratti somatici hanno accresciuto la loro rilevanza nell’ultimo triennio del periodo considerato.