Il 10 dicembre 2011, al quartiere Vallette di Torino, si tiene una fiaccolata in solidarietà di una sedicenne che sarebbe stata “violentata” da alcuni cittadini stranieri: “zingari” a suo dire. Il quartiere scende in strada per protestare e chiede di “ripulire la Continassa”. Un gruppo di persone, armate di bastoni, si stacca dalla testa del corteo e assalta la Cascina Continassa, dove vivono circa 50 cittadini rom. Quindici minuti di violenza e panico puri che mettono in fuga gli abitanti dell’insediamento, le baracche sono date alle fiamme. Nel frattempo, viene fuori la verità: non c’è stato nessuno stupro, nessuna violenza da parte di cittadini stranieri. La ragazza si è inventata tutto. Nonostante il ritardo nelle investigazioni e nell’inizio del procedimento giudiziario, dopo quattro anni, il Tribunale riesce ad assicurare giustizia alle vittime di questo brutale attacco razzista. Una sentenza esemplare, destinata a fare giurisprudenza, per la chiarezza della condanna di una serie di reati di cui viene riconosciuta l’aggravante razzista. Un episodio indegno che neppure le fotografie contenute negli atti giudiziari riescono a rappresentare in tutta la sua brutalità. Un caso che deve far riflettere sul perché troppo spesso i cittadini stranieri vengano utilizzati come “capro espiatorio”. Scarica qui la scheda.