Castel Volturno, 18 settembre 2008. Intorno alle 21, un’auto giunge nei pressi della sartoria Ob ob exotic fashion, che si trova lungo la statale Domiziana. Ne scende un gruppo di uomini armati di due kalashnikov, una mitragliatrice e quattro calibro 9. Indossano la pettorina dei Carabinieri e simulano un controllo di documenti. Subito dopo partono gli spari all’impazzata dentro e fuori il negozio e gli insulti contro gli “sporchi neri, bastardi”. È un massacro. Circa 130 spari colpiscono a morte sette giovani immigrati. Il giorno dopo, circa duecento migranti organizzano un corteo di solidarietà e bloccano per tre ore la strada Domiziana. Sono arrabbiati, rovesciano qualche cassonetto e danneggiano le vetrine di alcuni negozi. Lo Stato “risponde” alla protesta con l’invio di 400 tra militari, Carabinieri e Poliziotti, e con l’annuncio di provvedimenti volti a facilitare la rapida espulsione degli immigrati. Ma le indagini proseguono sino all’arresto dei responsabili della sparatoria: le accuse sono di strage a finalità terroristica aggravata “dall’odio razziale”, di omicidio e tentato omicidio. Il lungo processo si conclude, per la prima volta nel nostro paese, con una condanna definitiva per una strage di camorra che riconosce l’aggravante di razzismo. Il contributo esamina le motivazioni addotte dai giudici della Corte di Cassazione. Scarica qui la scheda.