Adro 2 aprile 2010. 42 bambini della scuola materna ed elementare, tra i quali molti sono stranieri, ricevono in classe una busta da recapitare ai genitori. La busta contiene una circolare del dirigente scolastico indirizzata alle famiglie non in regola con il pagamento della mensa. Da ora in poi i bambini delle famiglie inadempienti non potranno accedere al servizio e dovranno lasciare la scuola durante l’orario dei pasti.
In seguito alla diffusione della notizia relativa alla circolare, un imprenditore bresciano decide di donare all’ente gestore del servizio di mensa 10mila euro, accompagnando il gesto con una lettera dal titolo “Io non ci sto”, in cui accusa l’intera comunità di Adro di non essere solidale con chi soffre a causa della crisi economica. La vicenda salta alla ribalta dei media locali e nazionali che contribuiscono a polarizzare l’opinione pubblica “con” o “contro” la scelta adottata dal Comune, a “con” o “contro” l’imprenditore che ha fatto la donazione. Resta invece quasi del tutto ignorata l’umiliazione subita da quei quarantadue bambini: dalla circolare consegnata in presenza dei compagni, alla gogna mediatica, alla spettacolarizzazione della vicenda. Qui di seguito la scheda che la riassume.