La xenofobia e il razzismo, lungi dall’essere fenomeni straordinari e estemporanei, imputabili a individui solitari, sono fenomeni sociali, strutturali, ordinari e sistemici, in cui giocano un ruolo centrale gli attori collettivi: le istituzioni, i partiti e gli operatori dei media, innanzitutto. Sulle forme di razzismo politico e istituzionale si sofferma il presente contributo. Dopo una breve premessa metodologica, sono messi in luce gli elementi distintivi che hanno caratterizzato le diverse fasi della storia politica degli ultimi anni con riferimento alle politiche migratorie e al fenomeno del razzismo nel nostro paese.
Il consolidamento della legittimazione normativa delle discriminazioni, della xenofobia e del razzismo del biennio 2008-2011, è seguito dalla parentesi del razzismo diplomatico del Governo Monti. Il razzismo urlato delle destre di opposizione cresce ai tempi dei Governi Letta e Renzi. Due ministri dell’interno di cultura politica opposta svolgono un ruolo cruciale alla fine del decennio: la criminalizzazione istituzionale della solidarietà avviata con il Governo Gentiloni si fa sistema nel biennio successivo inaugurando una fase di razzismo istituzionale proclamato nel biennio 2018-2019. L’insediamento inatteso del Governo Conte II sembra moderare di nuovo i toni del dibattito pubblico, ma non sovverte l’impostazione sicuritaria delle politiche migratorie che attraversa l’intero decennio.
Il racconto ragionato del razzismo quotidiano che Lunaria è riuscita a documentare nel corso del decennio è al centro della seconda parte del Libro bianco, introdotta da un’analisi del razzismo politico e istituzionale oggetto del presente contributo. Il consolidamento del processo di legittimazione normativa del razzismo compiuto nel biennio 2008-2011, subisce un freno nell’epoca del razzismo diplomatico del Governo Monti, seguito dal razzismo urlato delle destre di opposizione che ha fatto da sottofondo all’operato dei Governi Letta e Renzi. La criminalizzazione istituzionale della solidarietà avviata con il Governo Gentiloni lascia spazio al razzismo istituzionale proclamato del biennio 2018-2019 che trova nel ministro dell’Interno del Governo Conte 1 il suo interprete principale.
Il contributo passa in esame le tappe e i provvedimenti considerati più significativi nel corso dell’ultimo decennio.
Ventidue storie di ordinario razzismo sono raccontate in specifiche schede di approfondimento, seguendo due fili conduttori.
Il primo è quello che cerca di evidenziare come, a differenza di undici anni fa, quando abbiamo pubblicato il nostro primo libro bianco, alcuni dei fatti di razzismo più gravi abbiano avuto un seguito giudiziario, anche in ambito penale. Sembra infatti utile ricostruire le motivazioni che hanno indotto i giudici a riconoscere di volta in volta il carattere discriminatorio, xenofobo o razzista delle violazioni compiute.
In altri casi, l’obiettivo è quello di esemplificare la complessità e la pluralità delle interazioni che possono svilupparsi tra la violenza fisica e quella verbale, il dibattito politico, mediatico e virtuale e i concreti comportamenti sociali, le esternazioni istituzionali e l’informazione dei media mainstream, le scelte editoriali e l’orientamento dell’opinione pubblica. La tendenza a concentrare, talvolta in modo retorico, l’attenzione sui discorsi razzisti molto più che sulle violenze fisiche, ci spinge a riportare in evidenza la stretta complementarietà tra le parole e i fatti che caratterizza molte discriminazioni e violenze razziste avvenute nell’ultimo decennio.