“In una diffuso clima di illegalità, razzismo e xenofobia, i cittadini stranieri privi di documenti sono sotto il rischio costante di sfruttamento, detenzioni arbitrarie, pestaggi, torture”: inizia così il documento “Siamo stranieri, non abbiamo alcun diritto”, diffuso martedì 13 novembre da Amnesty International, in cui l’associazione denuncia le condizioni dei cittadini stranieri in Libia.
Quanto scritto si basa su una serie di visite effettuate da Amnesty International in Libia tra maggio e settembre, nel corso delle quali ha potuto constatare che, se “durante i 42 anni di regime del colonnello Gheddafi, i cittadini stranieri avevano vissuto nell’incertezza di politiche mutevoli e nel timore di essere arrestati arbitrariamente, finire in carcere a tempo indeterminato e subire torture”, ora, dopo il conflitto del 2011, “la loro situazione è peggiorata, nel clima generale di assenza di legalità in cui potenti milizie armate continuano ad agire al di fuori della legge”. Inoltre, “le autorità non contrastano il razzismo e la xenofobia, alimentati ulteriormente dalla percezione, assai diffusa tra i libici, che il deposto governo abbia usato “mercenari africani” per stroncare la rivolta”.
Clicca qui per leggere il comunicato di Amnesty International
Clicca qui per scaricare il documento in inglese