Entro il prossimo 2 novembre l’Italia è chiamata a prendere posizione sugli accordi con la Libia: Osservatorio Solidarietà lancia un appello urgente perché il parlamento intervenga e fermi il tacito rinnovo.
APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA ED AI PARLAMENTARI TUTTI
La sentenza della Corte d’Assise di Milano del 10 ottobre 2017, depositata il 1° dicembre 2017, documenta in modo molto approfondito la disumana realtà dei campi di detenzione libici, ove si registrano da tempo i lavori forzati, le torture, le violenze sessuali su donne e bambini. La Libia è definita, in modo inequivocabile, un luogo non sicuro. Già da tempo, del resto, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, l’UNHCR, la Commissione delle Nazioni Unite in Libia, diverse organizzazioni umanitarie e diversi osservatori internazionali attestano la crudele, inumana e criminale realtà dei campi di detenzione libici. Ricordiamo, tra tutti, il Report ufficiale delle Nazioni Unite del 18 dicembre 2018, dal titolo Desperate and Dangerous: Report on the human rights situation of migrants and refugees in Libya.
La recente sentenza del GIP Trapani del 23 maggio 2019, depositata il 3 giugno 2019, attesta il divieto di respingimenti collettivi e l’inefficacia degli accordi con la Libia, in quanto contrari alle norme imperative del diritto internazionale del mare.
Il mondo giuridico italiano s’interroga da tempo circa la validità di tali accordi, adottati non in conformità di quanto previsto dalla Costituzione italiana.
Infine, la comunicazione presentata alla Corte Penale Internazionale del 3 giugno 2019 attesta e documenta crimini contro l’umanità commessi dal 2014 al 2019 nell’area del Mediterraneo. In particolare, si deduce la responsabilità penale diretta e indiretta in capo ad alcuni Stati europei per:
- Morte per annegamento di oltre 19.000 civili, richiedenti asilo, in fuga da un conflitto armato,
- Respingimento di 50.000 civili in fuga da zone di conflitto armato,
- Responsabilità concorsuale per crimini contro l’umanità ed in particolare, per deportazione, omicidio, reclusione forzata, riduzione in schiavitù, tortura, stupro, persecuzione di massa.
L’Italia, insieme ad altri Stati europei, è sotto accusa innanzi alla Corte Penale Internazionale.
In qualità di Osservatorio Solidarietà – Carta di Milano, denunciamo la gravità di tale quadro complessivo, in cui l’Italia sembra ampiamente coinvolta.
Entro il prossimo 2 novembre l’Italia è chiamata a prendere posizione sugli accordi con la Libia che, oltre a prevedere la possibilità di illegittimi respingimenti, attestano una posizione di partnership del nostro Stato con una realtà sotto tutti i riflettori internazionali per gravi crimini contro l’umanità.
Chiediamo, pertanto, di non continuare a legittimare politicamente gli accordi dell’Italia con la Libia, già fortemente in discussione dal punto di vista giuridico.
Per adesioni all’appello scrivere a: cartamilanosolidarieta@gmail.com