Martedi 6 marzo, all’indomani dell’omicidio razzista di Idy Diene, derubricato, come spesso accade, dalla stampa ad una follia casuale “selettiva” (come l’abbiamo definita in questo nostro pezzo link), sui social network, i numerosi frequentatori si sono concentrati a commentare la reazione di rabbia e impotenza dei cittadini senegalesi sulle fioriere collocate nel centro storico fiorentino. Nei commenti, numerose e preponderanti le espressioni di odio razzista nei loro confronti, a fronte delle scarse parole di cordoglio per la morte di Idy.
Ma si sa, le fioriere sono state solo il pretesto per allargare il discorso a valutazioni politiche, a confronti con altri delitti avvenuti, alla gestione dell’accoglienza e agli sbarchi, per non parlare dell’invasione o delle “differenze culturali”.
La redazione di Nove da Firenze, quotidiano online, ha dovuto cancellare, in quella occasione, un commento fortemente violento e discriminatorio sulla propria pagina Facebook. Giunge il giorno della manifestazione a Firenze, il 10 marzo. E ancora una volta la vicinanza e la solidarietà espressa dalla città di Firenze per l’uccisione di Idy, viene oscurata in parte dai commenti razzisti sul web: polemiche e insulti discriminatori riempiono le bacheche di molti siti e profili social. Alcune dirette social dalla manifestazione, effettuate da parte di reporter o semplici utenti, ricevono commenti orribili, purtroppo ingestibili dal punto di vista di una corretta moderazione. Quindi, mentre la piazza cerca di allontanare l’odio, sul web dilaga. Commenti squallidi in una quantità preoccupante, carichi di rancore e di violenza verbale. E anche in questa occasione, la bacheca Facebook di Nove da Firenze viene chiamata in causa. Non mancano accuse violente anche all’indirizzo personale della Redazione, il tutto anche attraverso profili falsi.
Il quotidiano decide, allora, di sospendere il suo profilo Facebook per cinque giorni, in segno di rispetto per la memoria di Idy e dei lettori abituali del quotidiano, di certo non avvezzi a tali orribili commenti, e di denuncia dell’hate speech presente sul web.
Un atto coraggioso e importante.
Coraggioso, perché dà atto di una presa di posizione chiara in chiave antirazzista e contro qualunque forma di intolleranza, d’insulto o di discriminazione. Che di questi tempi non è da poco, vista la corsa affannosa di quotidiani e riviste ad accumulare un numero alto di followers, poco importa chi e cosa pensano: basta che commentino e facciano “muovere” la pagina (“Il potere dei click. Le reazioni social generano traffico, alimentano la lettura di articoli e la visualizzazione di contenuti video. Per questo tutto è concesso?”, scrive Nove da Firenze sulla stessa lunghezza d’onda).
Importante, perché viene da un piccolo quotidiano locale e può servire d’esempio per tanti altri.
Sicuramente i 5 giorni di silenzio forzato sui social non elimineranno l’odio in rete, ma serviranno a dare una scossa a quanti, spesso troppo presi dal “diritto di cronaca”, lo ignorano, sbagliando.
La redazione di Nove da Firenze invita alla riflessione: “Il caso di Firenze dimostra come l’odio razziale negato dalla coscienza collettiva, in realtà si manifesta molto facilmente attraverso la tastiera sulle pagine web. Basta avere la curiosità di cercarlo”, scrivono. L’arte della moderazione sul web non è cosa facile e scontata. Anzi. Anche per questo occorre sviluppare di continuo gli anticorpi contro tanto odio, per farci noi tutti “sentinelle” e antenne per contrastarne la diffusione virale.