Oggi, 6 settembre, a Tunisi, si terrà una manifestazione, organizzata dalla Ong tunisina ‘La Terre pour tous‘, di fronte all’ambasciata italiana per chiedere la liberazione di Chamseddine Bourassine, presidente dell’Associazione dei pescatori di Zarzis (Apde), e dei suoi 5 membri di equipaggio, in carcere dal 29 agosto scorso ad Agrigento con l’accusa di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione illegale. Il presidente dell’Associazione dei pescatori di Zarzis si era distinto, già nell’agosto 2017, nell’azione di contrasto alla ‘C-Star’ (la nave dei giovani di generazione identitaria, movimento di destra anti migranti), uscendo in mare con altri pescherecci, e contribuendo ad impedire l’entrata in porto di detta nave. Secondo le notizie riportate dalla stampa italiana, i sei membri dell’equipaggio del motopesca tunisino sono stati sorpresi il 29 agosto scorso mentre trainavano verso Lampedusa un barchino con a bordo 14 migranti. Secondo l’Ong e i loro familiari, i sei avrebbero soltanto aiutato i migranti a bordo del barchino in difficoltà per il maltempo. Proteste a favore della liberazione dei sei si sono già svolte nei giorni scorsi a Zarzis e l’Associazione dei pescatori di Zarzis ha indirizzato una missiva all’ambasciatore d’Italia in Tunisia nella quale Bourassine viene definito “un esempio da seguire”. Valentina Zagaria, dottoranda presso il Dipartimento di antropologia della London School of Economics and Political Science, ha pubblicato un interessante articolo per il sito Progetto Melting Pot Europa sull’argomento.