“Sei stata in Africa, hai l’ebola“: e a una bambina di tre anni viene impedito l’accesso all’asilo. E’ accaduto a Fiumicino. La bambina, tornata il 14 ottobre scorso da un breve viaggio in Uganda con la famiglia, stava entrando nell’edificio, quando un gruppo di mamme le ha sbarrato la strada. “Se entra in classe lei non entrano i nostri figli”, avrebbero dichiarato giorni prima le mamme alla preside dell’istituto. Proprio a causa della preoccupazione scatenata dal ritorno della bambina, la preside aveva già provveduto ad effettuare alcune verifiche: “Abbiamo chiamato il papà che ha portato un certificato medico, abbiamo anche chiamato il medico che in Uganda aveva visitato la bambina e ci siamo informati in aeroporto se l’Uganda fosse un paese a rischio, scoprendo che non lo è”, spiega la preside alla stampa. Tutto ciò non sembra essere bastato ai genitori degli altri bambini.
“Abbiamo passato giorni di angoscia- racconta il padre della bambina al giornale online In Terris – Eppure non c’era alcun motivo reale per poter solo immaginare qualche rischio; l’unica spiegazione è che venivamo dall’Africa. Ma l’Uganda non è un Paese contagiato, e comunque prima di partire, esattamente il giorno prima, ho fatto fare alle mie figlie tutte le analisi necessarie a stabilire la loro totale buona salute. Non solo, ma mia figlia non ha avuto alcun sintomo particolare, né una febbre né un raffreddore. Ciò che è accaduto è pura follia”.
Follia scatenata dall’allarmismo lanciato da alcuni personaggi politici, ripreso da diversi media e reso virale sui social network. E che sta provocando quella che sembra assumere i tratti di una psicosi: lunedì scorso, una donna originaria della Guinea (in Italia da quattro anni) è stata insultata da una minorenne romana: “Spostati, hai l’Ebola”.