Rapporto di Medici per i Diritti Umani sul centro d’identificazione ed espulsione di Ponte Galeria a Roma
Questo rapporto è il risultato della visita effettuata al CIE di Ponte Galeria da un’équipe di Medici per i Diritti Umani (MEDU) il 22 febbraio 2012 e di successivi colloqui e interviste con il direttore e il responsabile sanitario dell’ente gestore, con alcuni migranti trattenuti, con avvocati e operatori di associazioni ed enti presenti nel centro. La visita rientra nell’ambito del programma Osservatorio sull’assistenza socio-sanitaria per la popolazione migrante nei CPTA/CIE avviato dall’associazione nel 2004 e della campagna LasciateCIEntrare, a cui MEDU ha aderito. È questa la sesta visita effettuata dagli operatori di MEDU all’interno della struttura di Ponte Galeria. Le precedenti visite risalgono al 2005 (gennaio, luglio, ottobre), 2008 (ottobre) e 2010 (ottobre). Nel corso del 2009 e 2011 MEDU non ha avuto accesso al centro poiché le richieste di visita non sono state accolte dalla Prefettura. A seguito delle visite effettuate sono stati realizzati tre rapporti nel 2005, 2009 e 2010. Durante la visita, gli operatori di MEDU sono stati accompagnati da un rappresentante della Prefettura, dal direttore del centro e dal responsabile sanitario. È stato possibile visitare le aree di trattenimento maschile e femminile, l’infermeria, le mense ed alcuni spazi comuni. Durante la visita gli operatori di MEDU hanno potuto dialogare con gli stranieri trattenuti ed intervistare alcuni di essi. È stato anche possibile fotografare l’interno della struttura. Le conclusioni di questa indagine sul CIE di Ponte Galeria confermano quanto rilevato dai precedenti rapporti di MEDU. Le stesse considerazioni possono essere estese al sistema dei CIE in generale come indicano in maniera sufficientemente oggettiva, sistematica e coerente le indagini più significative realizzate da attori indipendenti e istituzionali nel corso degli anni. Una struttura congenitamente incapace di garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali della persona oltreché inefficace e costosa. Un sistema che dunque sembra essere deputato non tanto ad identificare ed espellere quanto piuttosto a sorvegliare e punire. Il prolungamento a 18 mesi del trattenimento, infine, sembra aver contribuito unicamente ad esacerbare gli elementi di violenza e disumanizzazione di queste strutture. MEDU ritiene dunque, che le criticità ripetutamente riscontrate nel corso degli anni sulla natura e il funzionamento dei CPTA/CIE, abbiano una tale rilevanza e pervasività, da rendere indispensabili e urgenti sia l’abbandono dell’attuale sistema di detenzione amministrativa, sia l’adozione contestuale di strategie di gestione dell’immigrazione irregolare più razionali, articolate e rispettose dei diritti fondamentali della persona.
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Medici per i Diritti Umani onlus
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