Rafforzare la presenza europea in mare. Combattere i trafficanti in accordo con le leggi internazionali. Prevenire l’immigrazione irregolare. Rinforzare la solidarietà e la responsabilità interne. E’ davvero questo “tutto quello che l’Unione Europea può fare per prevenire l’ulteriore perdita di vite umane e per contrastare alla radice le cause dell’attuale emergenza umanitaria”? A quanto pare si, come si legge nel comunicato diffuso ieri sera al termine del Consiglio europeo straordinario che, dopo l’ennesima terribile strage (ma non l’ultima, perché già altre persone hanno perso la vita cercando di arrivare in Europa – ad esempio vedi qui e qui) ha visto radunati i leader dei paesi membri. Che hanno deciso, di fatto, di non modificare nulla dell’attuale approccio politico europeo.
Saranno triplicati i finanziamenti a Triton e Poseidon, operazioni europee militari coordinate daFrontex, di cui seguono il mandato. Si intraprenderanno azioni coordinate contro le reti di trafficanti, attraverso una cooperazione tra paesi membri e Europol, Frontex, Easo e Eurojust. Verranno compiute azioni per individuare e distruggere le imbarcazioni dei trafficanti prima che siano usate. L’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini si occuperà di avviare i preparativi per un’eventuale operazione di Common Security and Defence Policy (CSDP). Al fine di prevenire l’immigrazione irregolare saranno rafforzate e avviate operazioni di CSDP in paesi come Tunisia, Egitto, Sudan, Mali e Niger. Con lo stesso obiettivo verrà avviato un dialogo con l’Unione africana, e con la Turchia, in merito alla situazione in Iraq e Siria. Sarà promosso il rimpatrio dei migranti “irregolari”, coordinato da Frontex e gestito dalla commissaria Mogherini. In merito all’accoglienza, sarà implementato un sistema di asilo europeo, senza però cambiare l’attuale legislazione. L’Unione europea aiuterà i paesi maggiormente interessati dall’arrivo di migranti, e organizzerà la ricollocazione degli stessi tra i vari paesi membri, su base totalmente volontaria. Non tutti i paesi pensano infatti che sia giusto e urgente dare protezione a chi fugge da gravi crisi umanitarie: ad esempio, la Gran Bretagna ha messo a disposizione la nave portaelicotteri Bulwark, tre elicotteri e due pattugliatori per operazioni di “search and rescue” coordinate da Frontex. Questo a patto “che le persone salvate siano portate nel Paese sicuro più vicino, probabilmente in Italia, e che non chiedano asilo nel Regno Unito“, come sottolineato dal premier britannico David Cameron. Sembrerebbe invece che la Francia sia disposta ad accogliere tra i 500 e i 700 profughi siriani.
Jean-Claude Juncker ha precisato che la triplicazione dei fondi per Triton porta il bilancio a “120 milioni di euro, come era il bilancio di Mare Nostrum“: operazione che è stata portata avanti solo da uno stato, l’Italia. Lo stesso identico budget viene dunque messo a disposizione ora complessivamente da tutti gli stati membri. Nessuna modifica invece per quanto riguarda il raggio del pattugliamento, che resta limitato a 30 miglia dalle coste europee. Rispetto alla distruzione delle barche usate dai trafficanti, ilministro degli Esteri libico Muhammed El-Ghirani fa sapere che la Libia “non accetterebbe mai che l’Ue bombardi presunte basi di trafficanti”. La missione di Common Security and Defence Policy (CSDP) di cui dovrebbe farsi carico la commissaria Mogherini (in italiano Politica europea di sicurezza e difesa comune, Pesd) rischia di tradursi di fatto in una missione militare in Libia, e “il nostro Alto rappresentante ha un mandato proprio per sondare le diverse possibilità”, come spiegato dal premier italiano Renzi.
Sono stati gli oltre 800 morti della strage che si è compiuta domenica 19 aprile nel Mar Mediterraneo a portare il Consiglio a riunirsi. Ora che le decisioni sono state pubblicate, è evidente però che la scomparsa di ottocento persone in un solo giorno non è sufficiente affinché i leader europei cambino approccio. “La situazione nel Mediterraneo rappresenta una tragedia”: inizia così il comunicato. Falso: quella che c’è in corso non è una tragedia, ma una strage.