L’Associazione 21 luglio e l’ERRC (European Roma Rights Centre) hanno curato un rapporto per il Comitato dei diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite. Nel rapporto le due organizzazioni denunciano l’impatto delle cattive condizioni alloggiative e degli sgomberi forzati sullo stato di salute e sulla garanzia del diritto all’istruzione dei bambini rom. Il rapporto denuncia la “politica dei campi” privilegiata dalle autorità italiane e le sue conseguenze sulle condizioni di vita dei bambini e delle donne rom. Queste ultime subiscono discriminazioni, violenze domestiche e violazioni da parte delle forze dell’ordine senza che vi sia la necessaria tutela. La diffusione di matrimoni precoci ostacola il loro accesso all’istruzione.
Il Comitato delle Nazioni Unite per la difesa dei diritti dell’infanzia ha subito espresso “serie preoccupazioni” per lo stato di apolidia di molti bambini rom e per le loro precarie condizioni di salute che “si manifestano nei tassi di mortalità infantile più alti e nella più elevata incidenza di malattie croniche e infettive”, una situazione aggravata “dall’accesso limitato alle cure mediche e ad altri servizi sociali”. Il Comitato si è detto inoltre “preoccupato per il numero molto limitato di bambini rom iscritti alla scuola primaria e, in particolare secondaria” e ha espresso inoltre “profonda preoccupazione per le notizie di bambini stranieri collocati in istituti di correzione minorile e centri di accoglienza solo a causa della mancanza di documenti” e per il fatto che beneficiano “in misura molto minore rispetto a bambini italiani di altre misure alternative”. “Notando la deplorevole situazione economica e di esclusione sociale della comunità rom”, secondo il Comitato “lo Stato sta affrontando la situazione principalmente attraverso la sicurezza, piuttosto che con interventi di inclusione sociale” e raccomanda che si “interrompa lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi in vigore dal 30 maggio 2008”, per sviluppare invece “un piano nazionale di azione per una vera integrazione sociale dei Rom nella società italiana”. L’Associazione 21 luglio ha, di recente, effettuato anche un monitoraggio sulle azioni promosse dal Piano Nomadi del Comune di Roma, verificando circa 430 sgomberi, che hanno portato alla nascita di 256 insediamenti informali.