La Campagna LasciateCIEntrare ha denunciato un grave episodio avvenuto nella notte tra sabato 1 e domenica 2 giugno. Harry, un ventenne di origine nigeriana, detenuto nel CPR Restinco (BR), approfittando di un momento di solitudine nella sua stanza, si è tolto la vita impiccandosi. L’indomani, la Prefettura ne dispone la sepoltura, senza ulteriori accertamenti sui fatti, chiudendo frettolosamente il caso.
“Il suo gesto – scrive la Campagna nella nota pubblicata ieri- non è certamente il primo all’interno della struttura. Negli anni passati, infatti, sono stati diversi gli episodi di tentativi di suicidio, autolesionismo ed anche di rivolte. Eppure la Campagna LasciateCIEntrare ha segnalato più volte a Prefetto, Garante nazionale e regionale dei detenuti, membri dello IOM e dell’UNHCR la situazione critica di questo giovane migrante, sottolineandone l’incompatibilità con le misure restrittive della libertà personale applicate nel CPR, e chiedendone con urgenza il suo trasferimento in luogo idoneo alla sua condizione di estrema vulnerabilità, allegando la documentazione medica in possesso. E la Campagna LasciateCIEntrare ha da sempre evidenziato notevoli criticità anche per altri casi (vedi qui il report,risalente all’ultimo accesso nell’agosto 2018, nel quale proprio un infermiere ci sottolineava che “frequenti sono gli atti di autolesionismo ed i tentati suicidi, tramite impiccagione”). Come dire: una morte annunciata”.
Il giovane era giunto poco più che diciottenne in Italia nell’estate del 2017, dopo la traversata nel deserto e l’incarcerazione in Libia. Veniva dislocato nella provincia di Bolzano, ospite presso due CAS, tutti di grandi dimensioni, con oltre 100 persone.
“Nel giugno 2018, veniva chiesto per lui l’inserimento in uno Sprar, nell’estremo tentativo di ospitarlo in una struttura adeguata alle sue gravi problematiche e che potesse dargli l’attenzione e la cura “dovuta”.” Ma la richiesta, sebbene motivata, non veniva accolta. “Spostato come un pacco postale da un CAS all’altro – prosegue la nota- senza alcuna cura ed attenzione ai suoi problemi psichiatrici, la malaccoglienza ha finto per aggravare ancora di più ed in modo irrimediabile la sua condizione di soggetto già altamente vulnerabile. Harry ha finito, cosi, per perdere anche l’ultimo dei suoi diritti, ovvero quello a soggiornare in Italia”.
Harry si trovava, da fine marzo, trattenuto nel CPR Restinco a Brindisi, in attesa di un possibile rimpatrio. Un trattenimento assolutamente incompatibile con le sue condizioni di salute, che lo vedevano oscillare “tra momenti di apatia e stati catatonici, tra momenti di forte aggressività e altri di scoramento e pianto. Fino all’estrema soluzione. Quella di farla finita”.
La Campagna LasciateCIEntrare ha chiesto con fermezza che” venga immediatamente disposta l’autopsia del corpo e gli esami tossicologici per accertare le cause precise della sua morte”. E soprattutto, che “vengano accertate le responsabilità di chi, pur essendo a conoscenza dello stato di grave disagio e sofferenza psichica, incompatibile con il trattenimento in un centro per i rimpatri, non ha tutelato i diritti e la vita di Harry.”