Con una lettera diretta al comune di Capriate San Gervasio (BG), l’Antitrust interviene sulla delibera del 2009 con cui la giunta, allora guidata dal sindaco leghista Cristiano Esposito, aveva fissato dei limiti per l’esercizio dei negozi di kebab. Il provvedimento, che tra il 2009 e il 2010 era stato adottato anche dai comuni di Bregnano e Rovello Porro (Como) e Ceriano Laghetto (Monza e Brianza), estendendo le limitazioni anche a phone center e money transfer, aveva lo scopo dichiarato di regolamentare l’apertura di attività che “avrebbero potuto causare situazioni di disagio sociale, viabilistico e di disturbo della quiete pubblica”. Secondo l’Antitrust, tale misura si porrebbe “in contrasto con le esigenze di salvaguardia della concorrenza”: la delibera, spiega in una nota il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella, introdurrebbe “un elemento di rigidità del sistema, e per questo l’autorità ne auspica una profonda revisione da parte degli organi competenti”.
Ma non si parla solo di libero mercato: l’Antitrust specifica che le norme sotto esame non motivano perché i negozi interessati, in particolare quelli di kebab, “sarebbero suscettibili di incidere in maniera gravemente negativa sulla viabilità e vivibilità più di altre attività analoghe di somministrazione di alimenti e bevande”: una frase che evidenzia il carattere discriminatorio di tale misure, come afferma Domenico Tambasco, avvocato dell’associazione Tribunale per i diritti dell’immigrato, che ha firmato gli esposti da cui è partita l’azione dell’Antitrust, che puntualizza: “E’ questo un caso di discriminazione istituzionale”.
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Leggi la nota dell’Antitrust: http://www.agcm.it/trasp-statistiche/doc_download/3300-35-12.html