Lunedi 26 febbraio, alle tre di pomeriggio, in pieno orario di lavoro, ignoti incappucciati, hanno attaccato la sede del GUS (Gruppo Umano Solidarietà) di Piazza Mazzini, a Macerata, lanciando pietre e mattoni contro la porta di vetro. Già da mesi, il GUS è oggetto di polemiche e di attacchi strumentali, in particolare dopo i fatti di cronaca recenti, a seguito dell’omicidio di Pamela Mastropietro. In un comunicato dell’associazione, si legge: “Un gesto che si alimenta delle falsità, insinuazioni e calunnie di questi mesi – spiega l’associazione – e che trova protezione e silenzi accordanti nei troppi “se” e nei troppi “ma”. Un’azione violenta contro chi si occupa di accoglienza e integrazione ed è da mesi sotto il mirino di chi soffia sul fuoco per ottenere un facile tornaconto elettorale”.
Il Coordinatore Nazionale del Gus, Giovanni Lattanzi, così commenta: “Vogliamo ripeterlo con forza e con fermezza: il GUS è un’associazione che crede nella pace e nel dialogo. Non ci fermiamo davanti a questi attacchi vili, continueremo come sempre il nostro lavoro, il lavoro di tanti operatori che tutti i giorni sono in servizio per dare risposte alle tante emergenze sociali, ognuno nel proprio ruolo, come stavano facendo proprio ieri le ragazze nel nostro ufficio di piazza Mazzini. Fatti tristi come questo conseguono agli atteggiamenti messi in campo da chi soffia su odio e paura. Lo stiamo dicendo da tempo: è il momento di abbassare i toni e di eliminare i cori da stadio”.
Un gesto grave che non può essere derubricato a banale “atto vandalico”, ma che assume, anche alla luce di tutte le polemiche degli ultimi giorni, tutte le fattezze di un “atto intimidatorio”, figlio di un clima di intolleranza diffuso che sta sciaguratamente attraversando il nostro paese e avvelenando anche la campagna elettorale.
Al Gus, ai suoi operatori e tutte le persone, migranti e non, inseriti nei vari percorsi di accoglienza e d’inclusione, va la nostra solidarietà, che va ad affiancare e sostenere quella manifestata anche da numerose altre associazioni, sindacati e partiti politici.
Esprimiamo anche, come già ribadito in più occasioni, la nostra più profonda preoccupazione e il nostro turbamento dinnanzi alla diffusione di gesti violenti razzisti. Il rischio è che in questo clima, già tanto esasperato da un confronto politico chiuso a qualunque dialogo, si moltiplichino le violenze razziste in rete e fuori della rete.