Frontex è l’agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne che ha lo scopo di “migliorare la gestione integrata dei confini degli Stati membri dell’Unione Europea”. Si occupa della formazione a livello comunitario del corpo delle guardie di confine e del loro supporto in circostanze particolari con l’utilizzo di squadre di intervento rapido. Segue le operazioni di respingimento dei migranti che tentano di entrare illegalmente in Europa, il rimpatrio di coloro che risiedono illegalmente negli Stati membri e redige annualmente un’analisi generale dei rischi connessi alla gestione delle frontiere.
Insomma se l’Europa è una fortezza, il suo guardiano è l’agenzia Frontex. L’Annual Risk Analysis del 2012 riporta informazioni sui dati sui flussi di migranti nell’anno precedente, sui principali canali d’ingresso utilizzati (via mare, via terra o tramite rotte aeree), sull’uso di documenti falsi e sul traffico di droga.
Secondo Frontex nel 2011 il maggior numero di rilevamenti alle frontiere riguarda gli stranieri provenienti dalla Tunisia (28.829 rilevamenti) che hanno attraversato il Mediterraneo all’inizio del 2011. Al secondo posto risultano i migranti in fuga dall’Afghanistan con poco meno di 23.000 rilevamenti. Durante il 2011 è aumentato significativamente anche l’afflusso di persone provenienti dal Pakistan, da meno di 4.000 nel 2010 a più di 15.300 nell’anno successivo, per la maggior parte attraverso le rotte del Mediterraneo orientale. Per quanto riguarda la presenza di stranieri senza permesso di soggiorno i dati rimangono relativamente stabili rispetto al 2010 per Francia, Spagna e Italia, che insieme coprono il 36% dei rilevamenti, mentre viene registrato un considerevole incremento in Germania, Austria e Svizzera.
Il confine fra Turchia e Grecia risulta critico, secondo Frontex, a causa della difficoltà di implementare gli accordi per i rimpatri con la Turchia, che rende inattuabili molte espulsioni per coloro che attraversano quella frontiera. Per esempio 21.542 espulsioni hanno colpito i cittadini afghani presenti in Grecia, ma solo 745 sono stati effettivamente rimpatriati. Inoltre il maggior ricorso a forme sofisticate di falsificazione dei documenti comporta un notevole allargamento del mercato nero gestito dalla criminalità organizzata. Sono circa 9.500 i documenti falsi registrati nel 2011 ma cresce anche l’uso abusivo di documenti autentici da parte di persone non autorizzate. Alcuni stranieri scelgono invece di attraversare la frontiera senza documenti per rendere difficoltosa l’identificazione del loro paese d’origine ed evitare i respingimenti.
La crisi che attraversa l’Europa e l’attuazione delle misure di austerity, riporta l’Annual Risk Analysis, crea una disparità fra gli Stati membri nella capacità di controllare le frontiere e di rafforzare i dispositivi di sicurezza.
Forse l’Europa dovrebbe interrogarsi sul concetto di sicurezza, lo sviluppo di squadre speciali e apparati di controllo sempre più raffinati potrebbero non essere una soluzione. La militarizzazione delle frontiere difficilmente può cancellare la speranza legittima di centinaia di uomini e donne di poter cercare una vita migliore.
Giulia Pacifici