“La Padania esiste anche se lo Stato deve nascere ancora. Per quello basta liberarsi di Mafialand: Sicilia, Calabria, Campania e un po’ di Puglia. L’hanno portata anche qui al Nord la mafia”: parole di Borghezio pronunciate durante la trasmissione di Radio 24 La Zanzara. Poi, in linea con il suo partito, ha attaccato la ministra per l’integrazione Cecile Kyenge: “Madame Kyenge dovrebbe andare al Sud a fare certi discorsi sugli extracomunitari in nero. Lì corre il rischio di prendere una pistolettata nella schiena”.
Parole che purtroppo non ci stupiscono: nel giugno scorso il gruppo parlamentare europeo Efd ha estromesso l’esponente leghista proprio a causa delle sue frequenti esternazioni a sfondo razzista e xenofobo. Nello specifico la decisione di Efd è arrivata dopo una raccolta firme, avviata contro alcune frasi offensive di Borghezio relative alla nomina di Cecile Kyenge a ministra dell’integrazione (“Scelta del c…”, “Ha la faccia da casalinga”), seguite da altre dichiarazioni rilasciate a Panorama: “Sono differenzialista”, “Preferisco che la massa dei neri resti a casa sua”.
Non stupisce nemmeno il fatto che il teatro dell’ennesima dichiarazione di Borghezio sia lo studio de La Zanzara: da tempo la trasmissione sceglie di ospitare esponenti politici dai commenti piuttosto prevedibili – sia nei contenuti che nello stile – su alcune materie, come ad esempio la presenza in Italia di cittadini di origine straniera.
“La Kyenge … mi ricorda l’omino della Michelin, che è bianco e nessuno mi può accusare di razzismo”, dichiarava in trasmissione, il 16 luglio scorso, Francesco Speroni, europarlamentare della Lega Nord.
Sempre a luglio, il leghista Erminio Boso affermava di essere “contento se affonda un barcone”, e in riferimento alla visita del papa a Lampedusa: “Non me ne frega niente di quello che ha fatto il Papa, anzi chiedo a lui soldi e terreni per mettere dentro gli extracomunitari che vengono”. Boso, lo stesso che a maggio confessava ai microfoni radiofonici: “Sono razzista, non l’ho mai negato. Il ministro Kyenge deve stare a casa sua, in Congo”.
Affermazioni di questo tipo non lasciano spazio a possibili interpretazioni, e lasciano intendere anche quale potrebbe essere l’idea di Boso sull’arrivo in Italia di persone di origine straniera, o sulla visita del Pontefice a Lampedusa. Perchè invitarlo di nuovo quindi, se non affinchè rilasci, ancora una volta, dichiarazioni simili?
La stessa domanda potrebbe essere fatta in riferimento a Borghezio: l’eurodeputato è un ospite ricorrente della trasmissione, dove ogni volta si lascia andare a commenti simili a quelli che l’hanno portato all’espulsione dal gruppo parlamentare Efp. Commenti che non sono imprevedibili: chiunque voglia informare o aprire un dibattito serio sulla “questione migratoria”, sa già quali saranno le idee di Borghezio e con quali modalità verranno esposte.
Ad esempio, in occasione dell’incontro tra la Presidente delle Camera Laura Boldrini e alcuni giovani cittadini rom, dichiarava durante la trasmissione radiofonica: “Spero che alla fine della visita alla Camera gli uscieri abbiano controllato tutto, anche gli arredi. Io personalmente un esamino con l’elenco delle cose che c’erano prima e che è rimasto dopo lo farei”, aggiungendo: “La giornata di ieri si potrebbe ribattezzare il festival dei ladri e dei fancaz..”. I conduttori Giuseppe Cruciani e David Parenzo lo avevano invitato anche a dire la sua sulle elezioni presidenziali statunitensi del 2012: “Obama ha avuto l’appoggio delle società segrete e dei vari Bilderberg. Lo hanno votato neri, sudamericani, portoricani, asiatici e i 35 milioni di morti di fame a cui Obama ha dato l’assistenza sociale. Obama rappresenta quelli come lui: quelli che non sono bianchi. […] Ormai l’Occidente è invaso dagli extracomunitari”. Parlando di Roma: “Ci vado poco ma, quando ci vado, puzza. Trovo una città schifosissima, ci vorrebbe un’opera di derattizzazione. E’ una città multirazziale che fa venire il vomito. Questi immigrati di pulizia non ne portano, perché l’immondizia certa gente se la porta da casa, ovviamente sia detto senza xenofobia”.
Andando indietro nel tempo, vediamo che le dichiarazioni aggressive e xenofobe rilasciate a La Zanzara sono numerose, soprattutto da parte di esponenti leghisti.
“Non posso ammettere che ci sia un ministro che viene da un altro Paese e viene qui a comandare a casa nostra e non si è sentita in dovere di spendere una sola parola sulle donne stuprate dai marocchini. La Kyenge difende sempre gli extracomunitari, che dovrebbero stare a casa loro”, affermava la ex deputata padovana della Lega Nord Paola Goisis difendendo la consigliera del Carroccio Dolores Valandro, poi cacciata dal partito proprio per quanto scritto sul suo profilo Facebook sulla ministra Kyenge (ne abbiamo parlato qui).
A maggio, il deputato del Pdl e avvocato di Silvio Berlusconi dichiarava “Kabobo? Io gli avrei sparato con la mia pistola, immediatamente”.
La Zanzara ha ospitato anche il leader del movimento di estrema destra Forza Nuova, che dai microfoni della trasmissione aveva rivendicato la paternità del manifesto esposto a Macerata “Kyenge torna in Congo”. E ancora: nel giugno 2012 Giancarlo Gentilini annunciava la sua candidatura alle elezioni del 2013: “Basta con i buonismi, è finito il periodo delle tolleranze con le etnie criminali e criminaloidi che imperversano nel Paese. Quando celebro un matrimonio dico a tutti gli sposi che ho bisogno di bambini della mia razza perché sono convinto che solo i miei cittadini sono in grado di portare avanti gli ideali del nostro popolo, gli altri hanno altre civiltà. Ci vorranno secoli prima che possano integrarsi”.
Il mese prima, il consigliere comunale Luca Dordolo, esponente della Lega Nord, dichiarava: “I musulmani vanno massacrati a mestolate sul grugno (…) il marito indiano che a Piacenza ha strangolato la moglie gettandola nel Po è un maledetto a inquinare così il nostro fiume sacro”. Frasi che gli erano costate l’espulsione dal partito e una condanna per violazione dell’art.1 della legge Mancino, grazie al fascicolo aperto dalla Procura su esposto di un radio-ascoltatore (ne abbiamo parlato qui).
Le offese e gli insulti non hanno niente a che fare con la libertà di opinione spesso invocata sia da parte di coloro che pronunciano discorsi di odio sia da parte degli operatori dei media che li ospitano nelle loro trasmissioni. Chi gioca con sin troppa leggerezza con l’odio non aggiunge nulla a un possibile dibattito, né fa informazione. E, per fortuna, suscita indignazione e fastidio in molti ascoltatori, lo stesso fastidio che può causare una zanzara. Se questo è l’intento della trasmissione, si può dire che stia facendo un buon lavoro.
Ma La Zanzara è una trasmissione che ha l’obiettivo di fare informazione: è molto seguita, propone i titoli dei principali telegiornali e racconta i fatti del giorno. I suoi conduttori hanno quindi una responsabilità nei confronti degli ascoltatori e delle ascoltatrici.
Sarebbe dunque auspicabile che sacrificasse la ricerca del sensazionalismo, sicuramente garantito dai commenti di Borghezio e compagni, per fare una buona e corretta informazione.