I Gruppi locali Immigrazione Salute (GrlS) sono delle vere e proprie Unità Territoriali della SIMM (Società Italiana di Medicina delle Migrazioni). Tra i vari gruppi presenti in diverse realtà italiane (Lazio, Trentino, Sardegna, Sicilia e Lombardia, …), il GrIS Toscana, attivo dal 2011, svolge oltre ad interventi informativi, formativi e di lavoro di rete, azioni di advocacy per la tutela del diritto alla salute ed all’assistenza per i migranti, sia a livello di singole aziende sanitarie, che di intero sistema regionale. Riceviamo e pubblichiamo, oggi, questo appello “a resistere alla deriva” che trova “nei migranti e negli stranieri il capro espiatorio su cui scaricare le frustrazioni e la rabbia sociale”. Una sollecitazione rivolta a tutte e tutti al fine “di tutelare il diritto alla salute dei migranti” E per far questo è “necessario rimettere in movimento gli anticorpi contro il razzismo“.
In riferimento agli avvenimenti che stanno accadendo da mesi in Italia, ma anche in Europa ed a livello internazionale, il Gruppo Immigrazione e Salute – GrIS Toscana, da anni impegnato nella tutela del diritto alla salute dei migranti come articolazione locale della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM), esprime forte preoccupazione per l’utilizzo strumentale della questione “migranti” per ottenere consenso politico, a discapito del rispetto dei diritti individuali e della dignità umana. Numerosi esponenti politici e rappresentanti del Governo italiano alimentano, in maniera infondata, la paura delle persone per propaganda elettorale, sia con dichiarazioni ostili verso coloro che fuggono da guerre, persecuzioni o semplicemente dalla fame, sia con azioni che mettono a rischio la salute, talvolta la stessa vita dei migranti. Rientrano tra queste anche la criminalizzazione indistinta ed il tentativo di impedire l’attività delle Organizzazioni Non Governative (ONG) che prestano soccorso in mare, salvando migliaia di vite nel Mediterraneo. Come messo in evidenza dai dati dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni, infatti, gran parte delle operazioni di salvataggio sono state operate proprie dalle ONG presenti nel Mediterraneo centrale: nel corso del solo 2016 su un totale di 181.436 migranti soccorsi in mare, le ONG ne hanno salvati 46.796. Dopo le elezioni politiche del 4 marzo e dopo la formazione del nuovo Governo, gli attacchi contro i migranti e contro le ONG sono diventati sempre più duri e frequenti. Vale ricordare il caso dell’Aquarius, dove oltre 600 migranti – tra cui molti minori e donne in gravidanza – sono rimasti per giorni bloccati su una nave, dopo un naufragio, per un mero calcolo politico, caso che il Ministro degli Interni ha commentato con frasi irridenti quali “sono in crociera” e “la pacchia è finita”. Lo stesso Ministro, senza alcun rispetto per la Costituzione, ha osato affermare che caccerà dal nostro Paese tutti i componenti di una etnia, segnatamente quella Rom, ma che “purtroppo quelli di cittadinanza italiana dobbiamo tenerceli”. Da notare che due settimane prima (esattamente il 6 giugno 2018) la senatrice a vita Liliana Segre, in un applaudito intervento al Senato, aveva assunto come priorità non negoziabile la difesa delle minoranze Rom e Sinti. La natura razzista e xenofoba del partito del Ministro Salvini (già Lega Nord) si è manifestata in innumerevoli occasioni nelle parole e negli atti (talora criminali) dei suoi rappresentanti, anche nel campo della salute, con l’alimentare, ad esempio, la psicosi dell’accoppiata “malattie-immigrazione”.
Questo orientamento si era già manifestato in tutta la sua evidenza quando nel 2009 la Lega Nord, che faceva parte dell’allora Governo Berlusconi, propose e riuscì a far approvare al Senato una modifica della legge sull’immigrazione: nel mirino il divieto per gli operatori sanitari di segnalare all’autorità un paziente straniero irregolarmente presente sul territorio nazionale, sancito nell’art. 35 del Testo Unico dell’Immigrazione D.lgs 286/1998. Divieto che si voleva, invece, abrogare per facilitare l’identificazione degli stranieri irregolari e/o per impedire che questi si rivolgessero al Servizio Sanitario Nazionale, il tutto in palese contrasto con l’art. 32 della Costituzione.
La mobilitazione contro questa proposta fu immediata. Si mosse la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici che si appellò al Parlamento per le “superiori esigenze di tutela della salute e imprescindibili principi di solidarietà” definiti come “patrimonio storico della nostra nazione”. Nel marzo 2009 fu lanciata la campagna “Noi non segnaliamo” a cui aderirono migliaia di medici, operatori sanitari e semplici cittadini, e che noi, insieme a tutta la SIMM ed agli altri GrIS regionali, sostenemmo fortemente in prima linea, e che riuscì a bloccare l’iniziativa di abrogare il divieto di segnalazione. Si era nel 2009 e nella società italiana circolavano gli anticorpi sufficienti per bloccare un’iniziativa razzista e xenofoba, pur sostenuta da un Governo in carica. Oggi la sfida si rinnova, in una situazione sociale molto peggiore di quella del 2009, dove si riscontra la tendenza a trovare nei migranti e negli stranieri il capro espiatorio su cui scaricare le frustrazioni e la rabbia sociale. Il nostro appello è di resistere a questa deriva. Dobbiamo difendere il diritto alla salute per tutti, perché togliere i diritti ai più fragili, agli ultimi, non avvantaggia nessuno, tanto meno i penultimi o i terz’ultimi: tutta la popolazione rischia dalla demolizione del welfare che si è verificata negli ultimi anni.
È necessario contrastare la narrazione dell’invasione e le dichiarazioni che fomentano episodi di intolleranza, ribadendo che la cosiddetta “crisi migratoria” non è un’emergenza: la vera emergenza sta nel fatto che ai migranti “forzati” è impedito di esercitare il loro sacrosanto diritto a muoversi attraverso canali legali e sicuri, e a causa di ciò dover subire ogni genere di vessazione, fino alla morte, nel tentativo di fuggire da condizioni insostenibili. Il nostro impegno è quello di tutelare il diritto alla salute dei migranti e per far questo è necessario rimettere in movimento gli anticorpi contro il razzismo. Sollecitiamo tutti, istituzioni e società civile, a farlo. Ora o mai più.
Firenze, 24 Giugno 2018
Per il GrIS Toscana
gris.toscana@simmweb.it