Semplicemente inaccettabili. Gli sgomberi forzati effettuati ieri a Ventimiglia dalla polizia italiana, documentati da alcune foto diffuse in rete, esemplificano meglio di qualsiasi parola il trattamento riservato ai profughi dalla incivile Italia, parte della altrettanto incivile Europa. Prima di essere sgomberati dagli scogli erano stati infatti respinti senza alcuna formalità dalla polizia francese alla frontiera di Mentone. Sullo sfondo: un consiglio dei ministri dell’interno europei riunitosi a Lussemburgo senza riuscire a trovare un accordo sulle ormai note “quote di distribuzione” dei profughi nei diversi paesi membri.
Intanto, la Fortezza Europa si rafforza. L’Ungheria ha annunciato la costruzione di un muro ai confini con la Serbia al fine di impedire l’ingresso di migranti sul proprio territorio.
Se non bastano i corpi, i volti, gli sguardi delle donne, dei giovani, dei bambini che arrivano e che vorrebbero vivere una vita dignitosa esattamente come lo desidera qualsiasi essere umano di questa terra. Se non bastano le sofferenze che hanno subito e i rischi che hanno dovuto correre. Quali argomenti potrebbero essere più efficaci per abbattere il muro dell’ottusità dei governi europei, compreso quello italiano? Se la cultura dell’egoismo, dell’individualismo, della competizione, del rifiuto orienta ormai una buona parte dell’opinione pubblica, cosa abbiamo noi attivisti antirazzisti da poter offrire per impedire che questo spettacolo tremendo, triste e meschino prosegua?
Non siamo ricchi né potenti.
Non abbiamo il potere di influenzare quei media mainstream che ospitano quotidianamente chi della xenofobia e del razzismo ha deciso di fare il principale strumento di ricerca del consenso popolare. Salvo poi pubblicare pezzi di cronaca sulle molteplici “emergenze” in realtà scientificamente programmate da chi, in primo luogo il Ministero dell’Interno, in questi anni ha ostacolato la creazione di un sistema di accoglienza ordinario consono a rispondere alle esigenze.
I nostri appelli, le nostre denunce e le nostre proposte di politiche alternative, lungimiranti e assolutamente “sostenibili” (purché le risorse pubbliche fossero gestite in modo trasparente anziché disperse nei mille rivoli del clientelismo, della corruzione, quando non del vero e proprio circuito mafioso), sono state sistematicamente ignorate. Ciò avviene da decenni.
La sensazione di impotenza è talmente forte che verrebbe la tentazione di arrendersi.
Ma non lo faremo.
Non per altruismo, non per solidarietà, né tanto meno per “buonismo”, come qualcuno continua inverosimilmente a sostenere. Rivendicare come priorità l’obiettivo di proteggere le persone prima dei confini e degli interessi economici è cosa che facciamo per tutti noi.
Se prevalesse l’idea che qualcuno può essere “escluso”, se i diritti umani fondamentali (perché di questo stiamo parlando) fossero trasformati definitivamente in privilegi, non ci sarebbe futuro. Per nessuno. E i privilegiati di oggi diventerebbero gli esclusi di domani.
Molti cittadini milanesi e romani in questi giorni lo hanno capito molto bene dimostrando concretamente che sono in molti a non condividere la disumanità rozza, becera e pelosa degli xenofobi dichiarati e neanche quella ipocrita e suadente di chi ha il potere di cambiare le cose e non lo fa.