Due persone sono morte, e una di loro era un bambino di circa sette anni.
E’ il tragico bilancio del viaggio di 103 cittadini somali, sbarcati ieri notte a Lampedusa.
Il gommone su cui viaggiavano è andato alla deriva nel Canale di Sicilia, e subito avvistato dal peschereccio Atlantide, che ha recuperato i migranti mentre il gommone andava a fondo.
Sono stati gli stessi superstiti a riferire della morte dei due. Tra loro c’è anche la madre del bambino, in evidente stato di shock secondo quanto riportato dalla Guardia Costiera.
Solo domenica scorsa si era consumato un altro dramma: 90 cittadini somali erano stati soccorsi sempre nel Canale di Sicilia e, una volta a Lampedusa, avevano riferito di tre donne morte di stenti durante la traversata di quattro giorni.
Nel frattempo, un’imbarcazione con circa 200 persone, tra cui due neonati di pochi giorni, è stata soccorsa al largo di Siracusa. Fortunatamente, in questo caso tutte le persone sono riuscite ad arrivare a destinazione.
Ma, appunto, è stato un caso. Quante altre volte sarà il caso a decidere per la vita – o la morte – delle persone, prima che la politica si assuma la responsabilità di queste morti e decida finalmente di modificare la normativa sugli ingressi?