La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), con il suo progetto sulle migrazioni Mediterranean Hope (progetto finanziato in larga parte dall’otto per mille della Chiesa evangelica valdese e nato nei primi mesi del 2014 di fronte al dramma delle migrazioni mediterranee), ha recentemente partecipato ad attività di soccorso in mare grazie alla collaborazione con ProActiva OpenArms, l’Ong attualmente sotto inchiesta dalla Procura di Catania per “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (noi ne abbiamo parlato qui).
Nel corso della missione, uno degli operatori di Mediterranean Hope ha garantito i servizi di cucina per l’equipaggio e i profughi; l’altro, Francesco Piobbichi, oltre che partecipare alle azioni di salvataggio, ha fissato i momenti chiave della missione attraverso i suoi disegni, molti dei quali sono raccolti e pubblicati nel libro “Disegni dalla frontiera”, edito dalla Claudiana. “Con questa azione umanitaria si estende il raggio di attività della FCEI nel settore delle migrazioni”, commenta Paolo Naso, coordinatore di Mediterranean Hope, “e si esprime concreto sostegno a chi lavora per salvare delle vite umane”. La FCEI ricorda che nella scorsa missione appena conclusasi, Proactiva Open Arms ha soccorso oltre 600 profughi. In quella precedente, funestata purtroppo, dalla morte di due bambini, oltre mille. “E’ la prova della professionalità degli operatori di una ong che abbiamo scelto anche per la trasparenza gestionale e per i rapporti precedentemente costruiti con il nostro Osservatorio di Lampedusa”, prosegue Naso. Inoltre, “Proactiva ha sottoscritto il protocollo operativo per una gestione degli interventi che si svolga in piena legalità e contrastando lo human trafficking“, sottolinea.
Con un comunicato stampa del 19 marzo, la FCEI ha espresso solidarietà a ProActiva, sperando di poter quanto prima riprendere la collaborazione con la nave OpenArms.
Nel giorno in cui il caso è scoppiato a livello internazionale, la FCEI ha scelto di rinnovare in modo deciso e chiaro la collaborazione per il soccorso in mare proprio con l’ong spagnola. Paolo Naso ha commentato: “Siamo fiduciosi, sappiamo che il castello di accuse infamanti e terribili cadrà. Conosciamo questi ragazzi, ci abbiamo lavorato e ne siamo rimasti positivamente impressionati”.
Intanto, al porto di Pozzallo (RG), sabato 24 marzo alle 10, la FCEI organizza insieme alla Casa delle culture-Mediterranean Hope di Scicli e alla locale chiesa metodista un momento di solidarietà per i membri dell’equipaggio della OpenArms.
“Salvare vite e garantire un soccorso umanitario non è un reato, ma un principio di umanità e civiltà”.
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Qui di seguito la notizia diffusa dall’agenzia Nev.it:
Roma, 19 marzo 2018 (NEV/CS12) – Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ha deciso oggi di aprire una nuova area di azione nell’ambito di “Mediterranean Hope (MH) – Programma rifugiati e migranti della FCEI”, sostenendo associazioni impegnate in questo intervento umanitario e partecipando a missioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo.
“Nel prendere questa decisione – spiega il presidente della FCEI, pastore Luca Maria Negro, – la Federazione delle chiese evangeliche in Italia ribadisce che il soccorso in acque internazionali a profughi che scappano in condizioni disperate da persecuzioni, violenze e torture non è un reato ma, al contrario, un dovere morale che, per noi cristiani, ha anche profonde motivazioni bibliche e teologiche”.
La decisione fa seguito alla positiva esperienza realizzata da operatori di MH con la ONG Proactiva che, con la sua nave “Open Arms”, all’inizio di marzo ha consentito il salvataggio di oltre 200 persone.
In riferimento al successivo sequestro della “Open Arms” da parte della magistratura, il presidente della FCEI esprime solidarietà a chi “ha il coraggio di impegnarsi nelle attività di ricerca e soccorso in mare nel nome del diritto alla vita e della protezione dei profughi in condizioni di grave vulnerabilità”, e al tempo stesso dichiara la sua fiducia nel fatto che “Proactiva potrà dimostrare di avere operato esclusivamente per finalità umanitarie e nel perimetro delle norme del diritto internazionale del mare”.