La scorsa settimana Lampedusa è tornata ancora una volta al centro delle cronache offrendo al mondo uno spettacolo molto simile a quello offerto nel gennaio 2010 a Rosarno. Una rivolta, un rogo, un conflitto tra abitanti dell’isola e migranti, una ricerca da parte di tutti del nemico di turno. Il centro dell’isola adesso è vuoto, attendiamo i nuovi arrivi, i nuovi affollamenti, i nuovi conflitti. Perché è inevitabile che tutto ciò si ripeta se incapacità, ottusità e demagogia sono le sole “linee guida” delle politiche migratorie del nostro Governo e delle dichiarazioni dei rappresentanti istituzionali. Ne ricordiamo alcune.
Si sono “distinti” innanzitutto i commenti del sindaco e del vicesindaco dell’isola. Il 21 settembre il sindaco Bernardino De Rubeis ha chiesto al ministro dell’Interno Roberto Maroni di “svuotare immediatamente l’isola”. “Siamo stanchi – ha detto De Rubeis a SkyTg24 – Lampedusa ha già dato con l’accoglienza di 55 mila immigrati e non vuole più dare. Vogliamo essere liberati da 1500 delinquenti”. Rifugiatosi poi, nella sua stanza, scortato da tre agenti di polizia e si è dotato di una mazza da baseball, che ha mostrato alle telecamere: “Qui c’è uno scenario di guerra, i lampedusani sono inferociti e c’è il rischio che questa volta ci possa scappare il morto. E noi siamo stati abbandonati. Tengo un bastone sulla scrivania così mi posso difendere – ha aggiunto il sindaco mostrando il pezzo di legno – qui la situazione è veramente tragica. Alle associazioni umanitarie dico: non vi permettete di accusare di razzismo i lampedusani, hanno dato fin troppo. Siamo in guerra, la gente a questo punto ha deciso di farsi giustizia da sola”. Il 22 settembre su Radio Padania Libera, ha commentato le dichiarazioni della sua collega Maraventano: “Le organizzazioni non governative vigilano anche sulla condizione dei minori stranieri non accompagnati, minori che in realtà non sono minori, poiché hanno 16 o 17 anni e sono ben dotati, pertanto dobbiamo stare attenti altrimenti ce li ritroviamo nelle camere da letto”. La senatrice della Lega Nord e vicesindaco Angela Maraventano da parte sua ha già chiarito che: “L’Onu e le organizzazioni che lavorano per gli immigrati sull’isola se ne devono andare, tutte le organizzazioni non hanno mai fatto nulla. Chiederò al ministro Maroni l’allontanamento di queste persone poiché sono le associazioni umanitarie che, venendo a vedere come li trattiamo e come non li trattiamo, fomentano questi delinquenti e ne sostengono le battaglie”: la trasmissione è la Zanzara in onda su Radio 24, sempre il 21 settembre. “Siamo il popolo più accogliente del mondo abbiamo fatto il massimo, ma i tunisini sono dei criminali vanno mandati via immediatamente e in Tunisia arrestati. Chiederò al Governo di chiedere i danni. Gli abbiamo salvato il culo perché li abbiamo salvati in mare e guarda come ci ringraziano, con il fuoco. Sono dei delinquenti – ha proseguito – è la seconda volta che hanno appiccato il fuoco e mi hanno fatto alzare la pressione alta a 160 con questi scontri. Ma dobbiamo farci ammazzare da questi delinquenti? Non possiamo assistere a violenze continue da parte di sconsiderati cosiddetti immigrati che, con magliette e scarpe griffate, mettono piede sulla nostra isola mettendola a ferro e fuoco”. Non si è fatta attendere la reazione della Lega Nord: “Come volevasi dimostrare, se ce ne fosse stato bisogno, queste persone nordafricane attraverso forme di violenza vogliono comandare a casa nostra. La vergogna è che nel nostro paese vi sono ancora persone che ostinatamente cercano di trovare delle giustificazioni a tali comportamenti – ha dichiarato il vicepresidente dei senatori della Lega Nord Lorenzo Bodega -. La solidarietà sicuramente trova alloggio nei nostri cuori ma quando la presenza clandestina di persone extracomunitarie genera violenza, questa è da combattere con tutti i mezzi possibili a disposizione. Se a violenza non bisogna rispondere con violenza – ha concluso – non dobbiamo comunque lasciare che persone innocenti soffrano un disagio sulla propria terra e pertanto lotta dura senza paura”. E mentre si svuotava Lampedusa, si riempivano le navi-cie nel porto di Palermo …