250 persone, rappresentanti della diaspora migrante in Italia, ricercatrici/ori dell’immigrazione, giornaliste/i, imprenditrici/ori, esperte/i del diritto del lavoro e dell’immigrazione, di Associazioni ed Esponenti Terzo Settore, dell’Università, del mondo cooperativo hanno sottoscritto un documento congiunto con richieste chiare e improrogabili rispetto alla proposta di regolarizzazione ed emersione sulla quale il governo sta discutendo in queste ore. Il Gruppo di Riflessione su Regolarizzazione e Inclusione ha analizzato la situazione, rilevando «un’emergenza dalla triplice dimensione: sanitaria, sociale ed economica». Dal punto di vista sanitario lasciare centinaia di migliaia di persone in condizioni di invisibilità, e di forzata indisponibilità ad effettuare uno screening sanitario, potrebbe comportare conseguenze disastrose per l’intera società, che vanno impedite adottando, come prima misura urgente, quella di consentire l’accesso al sistema sanitario, attraverso la regolarizzazione della loro presenza sul territorio. Regolarizzarli darebbe loro anche la possibilità di svincolarsi dallo sfruttamento. Inoltre, se a questa misura si aggiungesse la possibilità di un permesso per ricerca lavoro o attesa occupazione, valido per tutto il periodo dell’emergenza per chi non ha oggi un lavoro, renderebbe regolari gran parte di quanti sono stati espulsi dal sistema di accoglienza o sono in qualsiasi altra condizione che nella situazione attuale impedisce loro sia di rientrare nei propri paesi che di integrarsi attraverso il lavoro. La regolarizzazione non è un’opzione, ma una necessità che non può, tuttavia, essere effettuata sulla base di un permesso avente durata di pochi mesi. Qui di seguito il comunicato stampa e il Position Paper elaborato.