La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta sui pestaggi di diverse persone di cittadinanza straniera compiuti ad opera di giovani militanti di estrema destra.
La vicenda era stata portata alla luce il mese scorso dal quotidiano La Repubblica. Dopo l’arresto di un 19enne e un 16enne romani, che il 18 maggio avevano picchiato a sangue un minorenne originario del Bangladesh, finito in ospedale col labbro e il sopracciglio spaccati, il quotidiano aveva intervistato altri giovani appartenenti all’ambiente neofascista capitolino.
Secondo le prime ricostruzioni, sarebbero almeno 50 i cittadini bengalesi aggrediti in un anno, soprattutto nei quartieri dove la comunità è più numerosa: Torpignattara, Prenestino, Casilino e Pigneto. Veri e propri raid, in cui gruppi di giovanissimi si davano appuntamento presso le sedi di Forza Nuova per poi partire per le spedizioni contro i cittadini stranieri, bengalesi soprattutto, “perché sono mansueti, non reagiscono e soprattutto non denunciano” spiegava a Repubblica uno degli aggressori. Da qui il nome utilizzato, “Bangla tour”.
Il deputato del Pd Khalid Chaouki appena venuto a conoscenza della situazione aveva presentato un’interrogazione al ministro dell’Interno Angelino Alfano, sottolineando come queste aggressioni venivano viste dai partecipanti come “l’opportunità di compiere un rito di passaggio, un rito violento e vigliacco”.
Una situazione confermata dall’avvocato difensore del 16enne romano arrestato l’estate scorsa: “Dietro queste spedizioni punitive – dichiarava allora l’avvocato difensore del sedicenne – a mio avviso c’è un vero e proprio indottrinamento. Il mio assistito rispondeva alle mie domande come un invasato. Picchiare i bengalesi per lui non era solo un modo per divertirsi, mi spiegò, ma era una vera e propria crociata, una battaglia che doveva combattere a tutti i costi. Qualcuno, più grande di lui, lo aveva attirato a frequentare la sede di Forza Nuova e l’idea che mi sono fatto è che il Bangla Tour fosse una sorta di iniziazione per essere accettato nel gruppo”.
La magistratura ha aperto un’inchiesta, senza per ora formulare un’ipotesi di reato: al vaglio ci sono istigazione a delinquere e lesioni gravi, con l’aggravante del razzismo.