“Una resistenza ‘sociale’ alla tolleranza e all’accettazione del diverso”: è il quadro rilasciato dalla Mappa dell’Intolleranza, progetto realizzato da Vox-Osservatorio italiano sui diritti insieme alle università di Milano, Bari e Roma.
2.659.879 i tweet analizzati, 76 termini sensibili, 7 mesi di lavoro tra agosto 2015 e febbraio 2016: il tutto per avere una panoramica sulla situazione italiana relativa all‘hatespeech. E i risultati delineano una situazione preoccupante. “Le parole ‘d’odio’ che abbiamo mappato, durante questi mesi di lavoro, sono veicolo di discriminazioni e stereotipi che ostacolano l’eguaglianza effettiva, come sancita dalla nostra Costituzione – afferma Marilisa D’Amico, costituzionalista, co-fondatrice di Vox – Per questo, i risultati della Mappa dell’Intolleranza anno 2 dovrebbero rappresentare un segnale chiaro per la politica e per le istituzioni: i diritti non si garantiscono solo sulla carta, ma è necessario agire sul contesto culturale con azioni concrete e di prevenzione”.
La “Mappa dell’Intolleranza”, quest’anno alla seconda edizione, ha analizzato i tweet contro donne, omosessuali, disabili, immigrati, ebrei e musulmani. Come spiegano i ricercatori, è stato scelto di mappare i discorsi d’odio attraverso Twitter perché, sebbene sia meno utilizzato per la condivisione di stati personali fra i social network, consentendo di re-twittare offre l’idea di “una comunità virtuale continuamente in relazione”. Una mappatura geolocalizzata, che mira a identificare le zone dove l’intolleranza è maggiormente diffusa, cercando di rilevare il sentimento che anima le communities online. Quanto più “caldo”, cioè vicino al rosso, è il colore della mappa termografica rilevata, tanto più alto è il livello di intolleranza rispetto a una particolare variabile in quella zona. Aree prive di intensità termografiche non indicano assenza di tweet discriminatori, ma luoghi che mostrano una percentuale più bassa di tweet negativi rispetto alla media nazionale. Rispetto alla versione precedente, la nuova Mappa dell’Intolleranza presenta alcune significative differenze: è stato aggiunto il cluster dell’islamofobia alla mappatura e un focus su Milano e Roma, due città considerate nevralgiche per l’alto numero di tweet intolleranti. Sono inoltre evidenziate le correlazioni tra alcuni fatti di cronaca e le relative ripercussioni razziste nella rete.
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