Un giovane cittadino marocchino di 27 anni è morto, asfissiato all’interno di una valigia. Così cercava di raggiungere la Spagna, a bordo di un traghetto partito dall’enclave spagnola di Melilla e diretto verso il porto di Almeria. Era stato il fratello 34enne a sistemare la valigia nel bagagliaio della propria auto, regolarmente imbarcata. E’ stato sempre lui a trovare il corpo senza vita del giovane, poco prima di attraccare, quando il garage del traghetto è stato riaperto ai passeggeri. Ha avvertito subito l’equipaggio, che però non ha potuto fare altro che constatare il decesso. Il parente della vittima, che ha passaporto francese, è stato arrestato dalla Guardia Civil spagnola e accusato di omicidio colposo.
Mesi fa segnalavamo una notizia simile a quella che purtroppo ci troviamo a riportare oggi. Un bambino di otto anni era stato trovato in un trolley, fortunatamente vivo. La sua fotografia era diventata virale. Era stato trovato dai funzionari dell’immigrazione durante i controlli a Ceuta. La Guardia Civil aveva tratto in arresto una giovane marocchina, che trasportava il trolley, e il padre del bambino. Era infatti stato il genitore a pagare la giovane donna per portare il figlio in Spagna, a Las Palmas de Gran Canaria, dove l’uomo risiede dal 2007 insieme alla moglie e a altri due figli. In questo caso, la legge spagnola impediva il ricongiungimento con il terzo figlio, per una questione puramente economica (per saperne di più clicca qui). La burocrazia aveva impedito a un bambino di otto anni di vivere con i genitori, costringendo il padre a usare una pratica rischiosa e illegale per poter finalmente abbracciare il figlio.
Non un caso isolato: molte persone provano a spostarsi dai propri paesi compiendo viaggi costosi e pericolosi, a fronte di una rigida chiusura dei confini e di leggi che di fatto impediscono percorsi legali e sicuri. Succede anche a Melilla, così come a Ceuta, entrambe residui coloniali spagnoli in territorio marocchino. Sono molti i migranti che provano ad entrare in Europa passando per queste due enclaves, scavalcando le enormi recinzioni metalliche installate dal governo spagnolo, che anni fa aveva apposto in cima anche delle pericolose lamette di ferro. Sono molte anche le persone che, in attesa di provare a scavalcare queste recinzioni, vivono per mesi nascoste nelle fitte pinete del Monte Gurugù (qui info). E sono numerose anche le denunce presentate da diverse associazioni di tutela dei diritti umani, circa la situazione dei migranti che dal Marocco provano a raggiungere l’Europa. E’ recente il rapporto Abused and expelled di Human Rights Watch, sulle violenze subite dalle persone che non riescono a superare le barriere tra il Marocco e i territori spagnoli. La ong Prodein ha pubblicato pochi mesi fa un filmato che denuncia i respingimenti irregolari dei migranti ad opera della Guardia Civil. La rete Migreurop, che già nel giugno 2006 pubblicava il rapporto Le livre noir de Ceuta et Melilla, ha richiesto tempo fa una Commissione parlamentare per indagare sulle morti e sulle pratiche di controllo delle frontiere messe in atto dal governo spagnolo. Pratiche che impediscono alle persone di superare le frontiere in modo regolare e sicuro, senza mettere a repentaglio la propria vita.