Si tratta del primo caso in Italia di applicazione della nozione di “molestia razziale” nei confronti di una cittadina italiana in quanto vittima di intolleranza razzista e xenofoba. Il giudice civile del Tribunale di Brescia, con ordinanza depositata il 31 gennaio, ha accolto il ricorso proposto da Asgi e Fondazione Guido Piccini, ritenendo che l’esposizione pubblica sulla vetrina della sezione cittadina della Lega Nord di Adro (BS) di un manifesto dai contenuti e toni offensivi nei confronti della segretaria locale della Cgil impegnata a contrastare le iniziative discriminatorie del movimento leghista locale nei confronti di cittadini stranieri, costituisce una “molestia razziale”. Il testo del manifesto recitava così: “Cara le me romana [Romana è il nome della vittima, ndr] sono tutti bravi a fare i culattoni con i culo degli altri (tipico dei comunisti: quello che è tuo è mio e quello che è mio è mio) portatelo a casa tua il beduino sfrattato (non paga l’affitto da due anni) poi nella casa del comune ci mettiamo gente anziana e bisognosa ma di Adro. Prima i nostri e poi gli altri! W la lega nord W Bossi”). Il giudice ha giustamente ravvisato nei contenuti e nel linguaggio utilizzato nel manifesto una portata diffamatoria associata ad una valenza razzista e xenofoba, resa esplicita dall’utilizzo del termine denigratorio “beduino” per identificare un “immigrato di provenienza mediorientale”.
Dell’ordinanza è importante sottolineare anche la decisione di ingiungere una sorta di “piano di rimozione”, consistente nell’ordine alla sede locale della Lega Nord di Adro di astenersi in futuro da comportamenti diffamatori e di chiara valenza razzista del tipo di quelli in esame. Come pure di grande rilevanza è il fatto che la condanna al risarcimento del danno sia avvenuta non solo a favore della attivista Cgil, ma anche a favore delle associazioni ricorrenti che sono state ritenute esse stesse danneggiate dall’utilizzo di espressioni lesive della dignità di tutti gli immigrati.