Nel ridondante e roboante dibattito economico e politico di questi giorni, dati sul lavoro, sulle pensioni, sulle dinamiche demografiche e sui flussi migratori vengono riproposti in modo strumentale per sostenere tesi contrapposte.
Abbassare l’età pensionabile costa troppo o si potrebbe fare? Gli immigrati sono davvero troppi o contribuiscono piuttosto a rallentare l’invecchiamento della popolazione e la sostenibilità del nostro sistema di welfare?
Ed è proprio vero che per salvare le pensioni dei giovani bisogna ritardare quelle degli anziani?
Le facili contrapposizioni tra lavoratori dipendenti e precari, italiani e stranieri, giovani e anziani sono forse utili a chi fa propaganda giocando con le loro vite, ma non corrispondono alla realtà delle condizioni di vita dei soggetti interessati.
L’economista Felice Roberto Rizzuti ne parla in un articolo scritto per sbilanciamoci.info sostenendo che abbassare l’età pensionabile a 64 anni si potrebbe fare, costerebbe 9 e non 18 miliardi e favorirebbe l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
Lavoratori stranieri e nazionali, giovani e meno giovani avrebbero tutti da guadagnare da una riforma davvero volta a stabilizzare l’occupazione e a combattere la precarietà dei rapporti di lavoro.
E ci ricorda (Lunaria se n’è occupata in varie occasioni, ad esempio con il lavoro svolto con I diritti non sono un costo) che gli studi disponibili ad oggi confermano che i cittadini stranieri regolarmente occupati contribuiscono alla sostenibilità del nostro sistema di welfare (previdenza compresa) con un saldo medio attivo tra contribuiti e prestazioni di circa 5 miliardi l’anno.
L’articolo per intero, che consigliamo di leggere e diffondere, è disponibile qui: http://sbilanciamoci.info/ununica-favola-brutta-della-fornero-immutabile-e-dellinvasione/