Trovate qui di seguito l’articolo di Annamaria Rivera pubblicato su Micromega online, che commenta l’insensatezza dell’accordo siglato tra Ue e Turchia, e quella della corsa sfrenata a muri e barricate che l’Europa sta alzando.
La chiamano “crisi dei rifugiati”, quando invece si tratta di una grave crisi dell’Europa. Tale da far temere che le spinte centrifughe, i meschini egoismi nazionali, le pulsioni nazionaliste, la crescita progressiva delle formazioni di estrema destra, la tendenza delle élite politiche nazionali a compiacere gli umori più intolleranti del proprio elettorato non solo conducano alla scomposizione dell’unità europea, ma possano concorrere ad aprire scenari ancor più inquietanti.
Di fronte alla “crisi dei rifugiati”, le misure adottate dall’Unione europea e da singoli Stati appaiono tanto ciniche, irrispettose dei diritti umani più basilari, guidate da “un’indifferenza di natura criminosa verso la sorte dei rifugiati”, per citare Barbara Spinelli; quanto incoerenti, contraddittorie, spesso controproducenti. A tal punto da sembrare il frutto di una mente collettiva delirante, se è vero che il delirio è anzitutto un disturbo della percezione e dell’interpretazione della realtà.
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