La giornalista Ida Dominijanni ha pubblicato ieri, 2 ottobre, sulle colonne de l’Internazionale quest’articolo sulla vicenda relativa all’arresto di Mimmo Lucano, sindaco di Riace. “Mimmo Lucano non è solo. Per tutta l’estate, a finanziamenti tagliati e con l’inchiesta della procura di Locri già in corso da mesi, a Riace si sono avvicendati, con l’intera galassia italiana dell’accoglienza, sindaci (Ada Colau e Luigi De Magistris in primis), intellettuali e artisti (Saviano e molti altri), il presidente (Pd) della giunta regionale, e una interminabile processione di singoli e gruppi venuti da tutta la regione, da tutt’Italia e da mezza Europa per esprimere solidarietà a Lucano e resistenza a un governo nel frattempo solertemente impegnato a chiudere i porti”, scrive in modo molto chiaro la giornalista. “L’inchiesta farà il suo corso, e peraltro si annuncia controversa: per una procura che rivendica le sue accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e agita le prove in suo possesso, c’è un gip che invece riscontra superficialità e malcostume nella gestione dei fondi Sprar, ma non convalida le ipotesi di reato della procura. Staremo a vedere. Ma non con le mani in mano: la posta in gioco è più alta di quella giudiziaria. Perché se è vero che l’inchiesta contro Mimmo Lucano è partita sotto il governo Gentiloni, è altrettanto vero che adesso rischia di chiudere il cerchio della strategia sovranista e razzista del governo gialloverde, in entrambe le sue componenti. Cominciata – di nuovo sotto il governo Gentiloni, ma a opera dei cinquestelle allora all’opposizione – con la criminalizzazione delle ong nel Mediterraneo e proseguita con l’accanimento giurato, dal ministro degli interni in persona, contro l’esperimento Riace”. La giornalista avverte: “La campana suona a Riace, ma suona per tutti“.
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