L’approvazione della riforma della legge sulla cittadinanza è stata rinviata ancora una volta. E questa volta a settembre. Una “beffa” secondo la campagna L’Italia sono anch’io, promossa da 22 organizzazioni sociali e sindacali, che, con una nota, commenta l’ennesimo slittamento a tempo indeterminato per la riforma della legge 91/92. Il testo, già approvato alla Camera, doveva riprendere l’iter in Senato a fine luglio, per arrivare così all’approvazione definitiva. Ma la discussione è stata rinviata, e le associazioni, che da anni aspettano una modifica della legge, non nascondono il loro rammarico. Già a fine marzo si invocava una rapida approvazione. Nel corso dell’audizione tenutasi presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato, Grazia Naletto, Presidente di Lunaria, aveva sottolineato: “Non c’è bisogno di ulteriori riflessioni. Oggi la nostra richiesta è innanzitutto questa: che il Senato non indugi oltre e arrivi a una rapida approvazione del testo di riforma. Che i principi di eguaglianza e di rappresentanza della società nella sua interezza abbiano la meglio sulle parole e sulle scelte politiche ingiustamente discriminatorie”.
Così non è stato. Il rinvio della discussione rappresenta un’ennesimo stop a una riforma che porterebbe l’Italia al passo coi tempi e con la realtà, composta da moltissime persone nate o cresciute qua, e che nonostante questo lo Stato considera ancora, ostinatamente, ‘straniere’ (qui un video che racconta le storie di molti giovani nati o cresciuti in Italia).
“Anzichè rinviare a settembre la riforma della cittadinanza, bisognerebbe rimandare a settembre la nostra classe politica per manifesta incapacità di colmare una grave lacuna della nostra democrazia, ricordando loro che i diritti, soprattutto quelli che aspettano da anni di essere riconosciuti, non vanno in vacanza”, commenta la Campagna, nella nota che pubblichiamo di seguito.
Quando i diritti vanno in vacanza. La beffa dell’ennesimo rinvio per la legge sulla cittadinanza
I palazzi della politica vanno in vacanza e ancora una volta siamo costretti ad assistere all’ennesimo rinvio dell’approvazione del testo di riforma della legge sulla cittadinanza. Una riforma che, per non scontentare la componente moderata dell’attuale governo, ha tralasciato buon parte delle modifiche necessarie, concentrandosi soltanto sulle norme che riguardano i minorenni. E, nonostante i vuoti legislativi di questo provvedimento, la maggioranza continua a fuggire dalle proprie responsabilità, nascondendosi dietro a continui rinvii.
La Campagna L’Italia sono anch’io, promossa da 22 organizzazioni sociali e sindacali, ha depositato in Parlamento nel 2012 due proposte di legge di iniziativa popolare, una delle quali chiedeva con forza una riforma della legge di cittadinanza più giusta ed efficace. Dopo l’approvazione alla Camera del ddl e l’assegnazione al Senato avevamo sperato, come organizzazioni promotrici della campagna, in una accelerazione dell’iter che portasse velocemente all’approvazione del testo. Continuiamo a sostenere che, nonostante le carenze, si tratti comunque di un passo in avanti fondamentale, non più rinviabile, e reso sempre più necessario dal clima di crescente odio che si respira nel Paese e in Europa. Un odio alimentato da partiti e movimenti politici xenofobi per attrarre consenso, senza curarsi dei colpi mortali inferti nelle nostre comunità alla pacifica convivenza. A fronte della diffusione di sentimenti di odio e intolleranza, le giovani generazioni di cittadini e cittadine di origine straniera potranno portare un contributo positivo, attivando dinamiche che producano coesione sociale, se la nostra società saprà dare riposte adeguate. Il rinvio a settembre rischia di essere l’ennesima beffa per centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze e famiglie del mondo dell’immigrazione, anche alla luce degli argomenti delicati e determinanti per la tenuta del governo (la legge di bilancio e il referendum costituzionale) che la politica affronterà alla ripresa dei lavori, ottimi pretesti per un’ulteriore posticipazione a data da destinarsi o, nella peggiore delle ipotesi, a mai più se si prospettasse una fine anticipata della legislatura.
Ricordiamo che, tutti i sondaggi su questo tema dicono che gran parte dei cittadini sono favorevoli a introdurre lo ius soli, eliminando in questo modo una forma di discriminazione che ogni anno si abbatte in Italia su decine di migliaia di bambini e adolescenti che, fino al diciottesimo anni di età, non hanno completo accesso agli stessi diritti riconosciuti ai ragazzi e ragazze di cittadinanza italiana. Anzichè rinviare a settembre la riforma della cittadinanza, bisognerebbe rimandare a settembre la nostra classe politica per manifesta incapacità di colmare una grave lacuna della nostra democrazia, ricordando loro che i diritti, soprattutto quelli che aspettano da anni di essere riconosciuti, non vanno in vacanza.
Roma, 1 agosto 2016