“Alcune imprese adottano, quale criterio per la determinazione del premio r.c. auto, quello della nazionalità di nascita del soggetto assicurato, applicando, a parità di ogni altro elemento oggettivo e soggettivo, una maggiorazione tariffaria ai soggetti nati in alcuni Paesi europei ed extraeuropei”: la denuncia arriva dall’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (Ivass), in una lettera inviata lo scorso novembre alle imprese di assicurazione con sede legale in Italia – o in un altro stato, purché esercitino in Italia. Nella prassi rilevata l’Ivass evidenzia “un elevato contenuto discriminatorio”, richiamando a tal proposito “la Raccomandazione generale del 31 gennaio 2012 adottata dall’UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) in materia di tariffe differenziate per nazionalità delle polizze r.c.auto”. Nelle raccomandazioni l’Unar esprime la necessità che “le imprese di assicurazione consentano la stipula dei contratti per la r.c. auto applicando ai contraenti che non abbiano la cittadinanza italiana le medesime tariffe previste, a parità di condizioni, per i cittadini italiani e, comunque, tariffe svincolate dalla cittadinanza dei richiedenti”.
La questione dell’applicazione, da parte delle compagnie assicurative, di tariffe differenti a seconda della cittadinanza dei soggetti contraenti la polizza non è nuova: da tempo associazioni e gruppi portano avanti denunce e azioni a proposito. La stessa Commissione Europea si è espressa in merito: nell’aprile del 2012, rispondendo a un esposto presentato dall’Asgi, ha sottolineato come l’uso della cittadinanza dell’assicurato come fattore per definire le tariffe RC Auto fosse contrario al diritto dell’Unione europea, in quanto “restrizione discriminatoria della libertà di fruire di un servizio che non appare giustificata, poiché la cittadinanza non ha un impatto sulla capacità di guida degli utenti”.
Proprio “al fine di evitare comportamenti discriminatori”, l’Ivass invita le imprese di assicurazione a realizzare “ogni attività che si renda necessaria dal punto di vista organizzativo ed operativo affinché i preventivi elaborati ed i contratti del ramo r.c.auto non tengano in considerazione il Paese di nascita dell’assicurato”.