Gli italiani sono diventati tra i più razzisti di Europa. Almeno questo è quanto si desume dal rapporto del Pew Research Centre sulle attitudini degli europei a 30 anni dalla caduta del Muro di Berlino. Il testo è molto lungo e contiene una quantità di dati interessanti su tutti i Paesi europei, Russia e Ucraina compresi. A partire dai giudizi sull’Europa unita, la sua utilità, importanza, eccetera. Ora, tralasciando le battute facili sulla Russia, dove ad ampie maggioranze non interessa la libertà di parola, la libertà dell’opposizione o la parità di genere, concentriamoci sul capitolo dedicato ai pregiudizi nei confronti degli altri. E sull’Italia.
Il testo pone alcune domande relative alle minoranze storiche e a quelle nuove. E poi sull’accettazione, visione, dell’omosessualità. Partiamo dalle domande facili – e inquietanti – quelle su ebrei e Rom. In tutti i Paesi europei la maggioranza della popolazione ha un parere positivo sugli ebrei. Quel che inquieta sono le minoranze in alcuni Paesi. Italia compresa.
L’Italia è l’unico Paese a non aver conosciuto una forma di Stato dispotico nel Dopoguerra dove più del 10% ha una visione negativa degli ebrei. Anche la Spagna inquieta. La Grecia, la Lituania, la Polonia, la Repubblica Ceca, invece, fanno proprio spavento con le loro percentuali di pregiudizio attorno a un terzo della popolazione verso una minoranza che non presenta alcun problema, non è nuova, non è identificabile, nemmeno nel discorso pubblico della destra estrema, con comportamenti devianti.
Guardiamo al pregiudizio anti Rom, che è molto più forte di tutti gli altri. I Rom sono i “brutti, sporchi e cattivi” d’Europa un po’ ovunque. Nella classifica su quanto poco piacciano i Rom, l’Italia è tristemente prima. Segno che la propaganda funziona.
Ci precedono di poco tutti i Paesi dell’est. Francia e Spagna, dove pure la popolazione Rom è presente in maniera cospicua, non hanno pregiudizi paragonabili ai nostri. Si badi, in Italia ci sono meno Rom in proporzione, che non in Portogallo. Non siamo invasi, non siamo occupati, solo scarichiamo problemi crescenti su qualcuno che non ci piace ed è identificato come “diverso” per definizione. L’83% che ha un’opinione sfavorevole è un’enormità, tra costoro ci deve essere una parte che un Rom non lo ha mai nemmeno incontrato.
Veniamo alla parte più interessante perché riguarda la minoranza più grande. Nonché, assieme ai Rom, oggetto esplicito di hate speech e di propaganda razzista: i musulmani. Anche in questo caso, gli italiani, assieme agli abitanti di diversi Paesi dell’Est europeo dove di musulmani ce ne sono pochini, tendono a coltivare un pregiudizio. Più della metà di Italiani, Cechi, Ungheresi, Greci, Lituani, Slovacchi ha un’opinione sfavorevole dei musulmani. Dato interessante: tra 2016 e 2019 l’attitudine nei confronti di questa minoranza è migliorata. Ovvero, più si allontana la crociata planetaria contro al Qaeda e più la propaganda in materia scema, meno la tesi delle differenze inconciliabili tende a sfondare. La presenza e la convivenza quotidiana, insomma, aiutano.
Molto utile l‘analisi dei dati distinta per affiliazioni politiche. Gli elettori dei partiti di estrema destra – Lega, AfD, Vox, Fidesz, Ukip e così via – tendono ad essere molto più razzisti, mentre quelli dei partiti di sinistra – si fanno gli esempi di Podemos, Syriza e France Insoumise – lo sono molto meno della media.
Ultimo dato è quello relativo all’omosessualità. In diversi Paesi dell’est e in Grecia le percentuali di popolazione che ritengono che l’omosessualità non debba essere accettata sono tra il 40% e il 50%. I giovani, quasi ovunque, sia sull’identità sessuale che sulle altre minoranze, hanno un’attitudine più aperta. E questo lascia ben sperare: chi convive con appartenenti alle minoranze da tutta la vita tende ad avere meno pregiudizi. Con un problema evidenziato nella tabella qui accanto: in alcuni Paesi, tra cui l’Italia, la generazione di mezzo è quella che accetta di più l’omosessualità. I giovani, pur essendo in larga maggioranza più aperti, devono aver introiettato almeno in parte certe idee oscurantiste e retrograde della destra estrema che in questi anni ha trovato tanti consensi in diverse società europee.
(Martino Mazzonis)