L’islamofobia in Italia è un fenomeno significativo che ha attirato attenzione crescente nell’attuale clima di insicurezza e minaccia che caratterizza la società italiana. E’ disponibile on line, nel sito della Fondazione SETA (Institut for political, economic and social research), il Report su: “L’Islamofobia in Italia nel 2015”, frutto del lavoro di ricerca e di numerose interviste condotte nei mesi scorsi. Questo rapporto studia i principali incidenti e avvenimenti verificatisi nel Paese nel corso del 2015 che hanno come oggetto atti di discriminazione e violenza razzista nei confronti di cittadini di religione musulmana. In tale contesto, sono stati analizzati il linguaggio ostile utilizzato nel dibattito politico, l’aspra polemica relativa alla costruzione di idonei luoghi di culto, il legame esistente tra la crisi migratoria e la presenza musulmana così come la discriminazione subita dalle donne musulmane. Gli autori del rapporto analizzano i principali limiti del quadro legislativo, quali l’assenza di una legge generale sulla libertà di religione e la mancanza di un accordo ad hoc tra la comunità musulmana e lo Stato Italiano, che mettono a rischio il pieno godimento dei diritti da parte dei Musulmani e l’effettivo contrasto dell’Islamofobia. Diversi casi di “hate speech” sono stati registrati nei mezzi di comunicazione e nel cyberspazio. Non solo giornalisti ed autori di blog ma anche moderatori di siti e gente comune hanno utilizzato mezzi di comunicazione e siti internet come uno strumento per seminare paura e odio nei confronti dei Musulmani. Infine, sulla base degli esiti della ricerca, il rapporto si conclude con una serie di raccomandazioni da prendere in considerazione quando si discutono le modalità per contrastare il fenomeno dell’islamofobia in Italia.
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