Giubbotti catarifrangenti obbligatori per i cittadini di origine straniera: è questo il contenuto dell’ordinanza emanata da Angelo Lanza, sindaco del comune di Flumeri, in provincia di Avellino. Alla base della decisione ci sarebbe un’esigenza “di tutela della pubblica e privata incolumità”, come si legge nel testo dell’ordinanza. Incolumità? Capiamo perché. Le persone interessate dal provvedimento comunale risiedono attualmente nell’agriturismo Petrilli, in via Scampata, trasformato in struttura di accoglienza e gestito dalla cooperativa Engel. Un luogo poco collegato dai mezzi pubblici con il resto del territorio comunale: proprio per questo, i cittadini stranieri – che nello specifico sono richiedenti protezione internazionale – sono costretti a spostarsi a piedi, percorrendo anche le strade a scorrimento veloce. Situazione che si tradurrebbe in una certa pericolosità: stando alle dichiarazioni del primo cittadino, molti automobilisti avrebbero segnalato di aver scampato non pochi incidenti, soprattutto quando la visibilità è più scarsa. Da qui dunque l’ordinanza, “al fine di evitare il rischio di incidenti che coinvolgano tali extracomunitari in transito lungo le arterie comunali, e permettere agli automobilisti di individuare per tempo i pedoni lungo i cigli stradali”.
“Il sindaco di Flumeri dovrebbe preoccuparsi delle reali condizioni in cui vivono i migranti ospitati nei suoi comuni”: è questa la reazione del segretario della Cgil irpina Vincenzo Petruizziello. Da tempo il sindacato denuncia la mancanza di una convenzione con il trasporto pubblico. “Abbiamo chiesto con urgenza al Prefetto di convocare il tavolo di concertazione con le cooperative e con i sindaci, invitando anche il direttore dell’Air – Autoservizi Irpini – Costantino Preziosi, per mettere in campo una convenzione di solidarietà per il trasporto di questi ragazzi – ha affermato Petruzziello -. Siamo ancora in attesa della convocazione, ma invitiamo sin da ora il sindaco Lanza a partecipare. In questo modo potrà comprendere il nostro concetto di sicurezza e di diritto alla mobilità”.
Non è la prima volta che la Cgil denuncia problemi e criticità relative alla gestione dell’accoglienza nel territorio irpino. E l’aspetto sollevato dall’ordinanza del sindaco Lanza fa emergere, anche se in modo indiretto, una mancanza molto importante nel sistema di accoglienza, nonché una carenza di attenzione da parte dell’amministrazione. Il fatto che le persone siano costrette dall’assenza di mezzi pubblici a camminare – anche al freddo, anche di notte, anche su strade a scorrimento veloce – per raggiungere il centro abitato, la dice lunga sulle possibilità di inserimento nel tessuto sociale pensate per i richiedenti asilo. Lo stesso si può dire per quanto riguarda l’assenza del sindaco ai tavoli di coordinamento tra associazioni e istituzioni, da tempo sollecitati dalla Cgil al fine di coordinare l’accoglienza. Proprio in riferimento a questo, Petruzziello ha affermato: “Invece di avanzare proposte ridicole come questa, il sindaco potrebbe partecipare ai tavoli in Prefettura e lavorare insieme a noi a politiche per l’integrazione”. Nello specifico, Petruzziello si riferisce all‘incontro tenutosi lo scorso 15 gennaio con il Prefetto, dopo il presidio effettuato dal sindacato sotto il Palazzo di Governo. Un’azione – l’ennesima – pensata per segnalare le condizioni di disagio in cui versano i richiedenti asilo ospitati nella provincia di Avellino – circa seicento persone, in prevalenza provenienti da Nigeria, Ghana, Mali, Costa D’Avorio, Siria, Pakistan. Le denunce sollevate dalla Cgil in merito alle condizioni di accoglienza riservate ai richiedenti asilo nel territorio dell’Irpinia non sono nuove, e rilevano assistenza sanitaria pressoché assente, servizi lacunosi all’interno dei centri, quando non, addirittura, violenze: a dicembre il deputato del Pd Khalid Chouki e Jasmine Accardo, membro della campagna LasciateCIEntrare, denunciavano le gravi minacce e i soprusi subiti dai richiedenti asilo in una struttura di accoglienza a Capaccio, gestita proprio dalla Engel (per approfondimenti vedi qui e qui). Nello specifico, il sindacato avrebbe rilevato – e da tempo segnalato alle autorità – alcune incongruenze nel servizio di assistenza prestato dalle cooperative incaricate per l’Irpinia, in particolare proprio dalla Cooperativa Engel Italia srl: “Ci giungono notizie non rassicuranti – scrive la Cgil in un comunicato – in merito al rapporto intrattenuto con i migranti e con le strutture ospitanti, nonché con gli operatori di assistenza, alle inadempienze riguardanti la mancata consegna del vestiario e di quanto necessario all’igiene personale, oltre al fatto della mancata erogazione del pocket money fermo per la stragrande maggioranza al mese di settembre 2014” (per un approfondimento si veda qui, qui e qui). “Diventa paradossale – prosegue Petruzziello – preoccuparsi di ordinare giubbotti catarifrangenti facendo finta di non vedere che in molti casi questi ragazzi stanno affrontando il rigido inverno irpino senza giacconi e senza scarpe adeguate alla stagione. Tutte cose previste dalla convenzione ministeriale ma che purtroppo non sempre vengono fornite dalle cooperative che gestiscono l’accoglienza”.
Nonostante le manifestazioni di protesta e le denunce, la situazione non è cambiata: per questo la Cgil da tempo chiede l’istituzione di un “tavolo permanente sull’immigrazione, per sviluppare sinergie con enti pubblici, associazioni di volontariato e tutti quei soggetti interessati ad una fattiva collaborazione”(vedi qui). Perché l’ “l’accoglienza senza controllo diventa solo un business per le cooperative che vincono gli appalti”, denuncia la Cgil. Al presidio dello scorso 15 gennaio ha preso parte anche don Vitaliano della Sala: “Abbiamo il dovere – ha affermato don della Sala – di ospitare e di farlo al meglio, i soldi ci sono ma vanno spesi bene e la Prefettura deve controllare che le cooperative trattino con umanità e dignità. Anche la Procura deve indagare e colpire chi specula su questi ragazzi che scappano da situazioni di guerra e povertà estrema”.
Nel frattempo, il deputato di Sel Giancarlo Giordano è intervenuto sul caso, depositando un’interrogazione in cui si chiede al Ministro degli Interni Angelino Alfano “quali iniziative urgenti, per quanto di competenza, intende intraprendere al fine di favorire l’immediato ritiro e annullamento dell’ordinanza sindacale e quali concrete iniziative il Governo stia approntando per la provincia di Avellino al fine di garantire ai circa 600 profughi la giusta accoglienza, alle istituzioni responsabili e ai soggetti sociali operanti sul territorio le risorse, le strutture e gli strumenti necessari per favorire la gestione di tale emergenza umanitaria”.