Gabriele del Grande, giornalista e scrittore italiano, il 9 aprile scorso è stato fermato dalle autorità turche al confine con la Siria, nella regione di Hatay, mentre realizzava alcune interviste a rifugiati siriani. Da allora è detenuto in un centro di identificazione e di espulsione – prima a Hatay, poi a Mugla – in isolamento. Su di lui non è stato formulato alcun capo di imputazione: ciononostante, non gli è stato permesso di nominare un avvocato, né gli sono state date informazioni circa il suo rilascio.
Lo ha denunciato lui stesso martedì 18 aprile, nella prima telefonata che gli è stata concessa, dopo molte proteste e dopo nove giorni di detenzione. “Sto parlando con quattro poliziotti che mi guardano e ascoltano. I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo. Sto bene, non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio telefono e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato. La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito ripetuti interrogatori al riguardo. Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta. Non mi è stato detto che le autorità italiane volevano mettersi in contatto con me. Da stasera entrerò in sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti”.
Gabriele Del Grande, 35 anni, ha fondato il blog Fortress Europe, il primo portale a monitorare il numero delle persone morte nel tentativo di raggiungere l’Europa. Impegnato nell’informazione sulle migrazioni e nella lotta per la tutela dei diritti, ha diretto il docufilm ‘Io sto con la sposa‘, la storia vera di un gruppo di migranti palestinesi e siriani che, arrivati a Lampedusa, aiutati proprio da Gabriele del Grande inscenano un finto matrimonio per provare a raggiungere la Svezia.
Il lavoro di Gabriele del Grande è prezioso per chiunque abbia a cuore la libertà di opinione e di comunicazione.
Subito dopo il fermo, il ministero degli Esteri turco aveva garantito alle autorità consolari italiane che il rilascio e l’espulsione di Del Grande sarebbe stata questione di ore e che, al più presto, avrebbe comunicato tutti i dettagli della sua detenzione. Così non è stato.
Lunaria si unisce alle proteste per l’illegittima detenzione del giornalista.
Chiediamo che la Turchia comunichi immediatamente la ragione del fermo e il tempo di trattenimento previsto.
Chiediamo che vengano garantiti i diritti minimi, quali il colloquio con un avvocato e l’incontro con l’autorità consolare e la possibilità di telefonare.
Chiediamo alle autorità italiane di far pressione presso le autorità turche perché rilascino Gabriele Del Grande quanto prima.
Gabriele Del Grande libero subito!