Da oggi sappiamo qualcosa di più sulle condizioni lavorative delle persone gay, lesbiche, bisessuali e trans e sulle discriminazioni che subiscono: “Io sono io lavoro”, un rapporto di ricerca presentato la settimana scorsa da Arcigay, traccia un quadro complessivo dei fenomeni di discriminazione di gay, lesbiche, bisessuali e trans. Attraverso l’analisi di 2.229 questionari compilati on line da persone lgbt, 52 interviste a testimoni qualificati e 17 storie di discriminazione sul lavoro, il rapporto getta una nuova luce su alcune delle forme di discriminazione meno conosciute perché in gran parte invisibili. Significativi alcuni dei dati illustrati dal rapporto: il 19.1% delle persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e trans) intervistate riferisce di essere stata discriminata sul lavoro; il 13% delle persone lgbt dichiara di aver vista respinta la propria candidatura per un posto di lavoro in ragione della propria identità sessuale; mentre il 48% del campione controlla scrupolosamente le informazioni personali che comunica sul posto di lavoro per non correre il rischio di essere trattato ingiustamente. Ne consegue che un quarto degli omosessuali è praticamente quasi “obbligato” ad essere completamente invisibile (nessuno è a conoscenza del loro orientamento sessuale) sul posto di lavoro. Le persone lgbt sono maggiormente invisibili nelle forze armate, nei trasporti, nella scuola e nell’industria. Nella maggior parte dei casi l’ingiustizia subita non viene denunciata né segnalata.