La vittima dell’incidente è rumena? Il risarcimento alla sua famiglia deve essere più basso. Sembra incredibile, ma è la decisione presa dalla Corte d’Appello di Milano. Con una sentenza pubblicata il 24 luglio scorso, i giudici hanno decido di ridurre del 30% l’importo del risarcimento da corrispondere ai familiari di un uomo, investito da un camion l’8 ottobre 2007 a Barletta, in Puglia. Il motivo? Sarebbe “l’inferiore costo della vita nello Stato di residenza“. In altre parole, per determinare l’importo, la Corte ha tenuto conto della “specificità dell’area monetaria e nazionale nella quale verrà poi utilizzato il denaro conseguito”. Critiche dall’Associazione vittime incidenti stradali e sul lavoro (Avisl): “Commisurare i risarcimenti alla ricchezza del Paese di residenza è pericoloso: chi vive in nazioni molto povere avrebbe diritto a risarcimenti irrisori”, commenta il presidente di Avisl Domenico Musicco. Il quale sottolinea anche un altro importante aspetto: “La Romania fa parte dell’Unione Europea. I cittadini romeni possono vivere ovunque in Europa, e sono liberi di spendere i soldi del risarcimento dove ritengono, dall’Italia all’Austria, indipendentemente dall’attuale residenza”. Infine, Musicco sottolinea come “il verdetto segue il criterio del costo della vita sostenuto dalle compagnie assicurative, ma solitamente rifiutato dai giudici di ogni grado perché contrario al principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione”. Un aspetto evidentemente non tenuto in considerazione dalla Corte milanese.