Gli imprenditori stranieri sono sottoposti da anni a controlli mirati e più intensi della norma, nonostante la Costituzione proibisca discriminazioni basate su etnia e lingua. Qui un articolo del 24 giugno di Davide Maria De Luca pubblicato su il Post. A luglio 2018, a meno di un mese dall’insediamento del governo sostenuto dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, veniva diffusa una circolare dal titolo «Vigilanza etnica» e conteneva l’ordine – rivolto alle sedi territoriali dell’ispettorato – di condurre nei mesi successivi una «vigilanza straordinaria nei confronti di aziende a caratterizzazione etnica», ossia una «specifica attività ispettiva» nei confronti «di imprese gestite da imprenditori stranieri». La profilazione etnica è considerata discriminatoria dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo e da numerose altre organizzazioni internazionali: nonostante questo è una pratica frequente e non soltanto in Italia, anche se di solito viene negata o nascosta dalle autorità.