Alla fine è stata approvata ma non all’unanimità: Romania, Rep. Ceca, Slovacchia e Ungheria hanno confermato il loro no e la Finlandia si è astenuta. La notizia è dell’Ansa e non ci sono per ora dettagli, ma la decisione adottata dovrebbe essere quella proposta della Commissione europea in merito a quella che nella nota diffusa alla vigilia della riunione viene definita la “ricollocazione di emergenza di 120.000 persone bisognose di protezione internazionale”.
“I ministri proseguiranno le discussioni sulla migrazione, e ci si aspetta che prendano una decisione”. Così la nota che era stata diffusa oggi dal Consiglio Ue. I ministri sono quelli di giustizia e affari interni dei paesi membri dell’Unione europea, riuniti a Bruxelles nell’ennesimo vertice straordinario organizzato per capire come gestire la situazione attuale relativa all’ingresso di persone provenienti da paesi terzi.
Da Bruxelles si era parlato di un ammorbidimento della posizione ungherese: ma la realtà è che il governo di Orban ha confermato il rifiuto a registrare, accogliere e dunque trasferire i richiedenti asilo. Sembra che abbia dato parere favorevole solo ad accogliere 306 rifugiati dall’Italia e 988 dalla Grecia. Una posizione in linea con la politica nazionale adottata, di totale chiusura rispetto alle persone che provano a entrare in Europa in cerca di protezione (proprio oggi l’Ungheria ha previsto l’intervento dell’esercito ai confini, per info clicca qui). Di fronte al rifiuto magiaro, sembra che la scelta sia quella di ripartire la quota prevista per l’Ungheria -54mila persone- tra Grecia e Italia, aumentando così il numero di ricollocamenti possibili dai due paesi e di mantenere una quota di riserva per allentare la pressione migratoria sui paesi via via maggiormente interessati. Ad oggi, secondo i dati diffusi dal Consiglio Ue (la BBC propone qui uno schema grafico ) dall’Italia dovrebbero essere trasferite 15.600 persone, di cui 4.027 verso la Germania, 3.064 in Francia, 1.896 in Spagna, 1.201 in Polonia. Dei 50.400 profughi che partiranno dalla Grecia, 13.009 andranno in Germania, 9.898 in Francia, 6.127 in Spagna, 3.881 in Polonia.
Stando ai primi dati diffusi sembrerebbe essere saltata l’ipotesi di accogliere i richiedenti asilo su base volontaria: sarebbe invece in discussione la possibilità di rifiutare l’accoglienza, ma solo per un tetto massimo del 30% rispetto alla quota di trasferimento prevista. Sussisterebbe piuttosto una clausola per cui ogni paese potrebbe decidere da una parte di chiedere una proroga di sei mesi rispetto ai tempi di ricollocazione in caso di “circostanze eccezionali motivate”, dall’altra di contribuire al fondo Ue per le migrazioni, con una cifra che potrebbe essere di 6.500 euro. E’ infatti questo il contributo che, a quanto sembra dalla bozza, spetterebbe agli stati membri per ogni richiedente asilo accolto.
Per avere dati e conferme ufficiali si dovrà attendere la fine del vertice. Ma di fronte ai continui meeting europei e alla difficoltà evidente di raggiungere un accordo sulla distribuzione dei profughi, pesano le parole espresse oggi dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker: “120mila rifugiati? Siamo ridicoli data la grandezza del problema, mi chiedo se i libanesi o i giordani, che ne accolgono alcuni milioni, capiscono quello di cui stiamo parlando”.
Parole che si aggiungono ai dati presentati oggi dall’Ocse sulle prospettive migratorie: “L’Europa raggiungerà nel 2015 un livello senza precedenti di richiedenti asilo e rifugiati, salendo fino a un milione di procedure d’asilo”, si legge nel rapporto, che evidenzia una “crisi umanitaria senza precedenti. I costi umani sono spaventosi e inaccettabili. In questo contesto è necessaria una strategia politica globale con strumenti di lungo termine”. Gli fa eco l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr): di fronte a questa situazione, “da solo, un programma di ricollocazione non basterà a stabilizzare la situazione“.