“L’eguaglianza nel lavoro: una sfida continua”: questo il titolo del nuovo rapporto globale sull’eguaglianza sul lavoro pubblicato dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Nonostante i miglioramenti avvenuti a livello normativo in alcuni paesi, secondo l’ILO la crisi economica e sociale globale ha aumentato il rischio di discriminazione nel mondo del lavoro, soprattutto nei confronti di particolari categorie di lavoratori, donne, migranti e rom in testa. Le organizzazioni che promuovono l’eguaglianza nel mondo del lavoro ricevono infatti più denunce segnalando sia la crescita dei “moventi” che stanno alla base delle discriminazioni sia la maggiore frequenza di discriminazioni che scaturiscono da una pluralità di moventi.
L’organizzazione internazionale svolge nel suo rapporto una ricognizione dei moventi e delle forme di discriminazione maggiormente diffusi a livello globale. Lo studio contempla tra i moventi che possono stare alle origini delle discriminazioni quelli più noti e studiati come la “razza”, l’etnia, la nazionalità, la religione, il genere, l’orientamento sessuale, l’handicap, ma anche moventi di solito non considerati come le opinioni politiche, l’origine sociale e gli stili di vita. Non mancano riferimenti a paesi specifici.
Ad esempio l’analisi dei dati sulla disoccupazione negli Stati Uniti evidenziano che dal 2008 (anno di inizio della crisi) l’aumento della disoccupazione è stato maggiore nella popolazione nera (+7,9%) e asiatica (+5,2%) rispetto a quella bianca (+4,7%). Il tasso di disoccupazione nella popolazione afro-americana era nel 2010 il doppio di quello presente nella popolazione bianca e la differenza si è ampliata nel corso della crisi globale iniziata nel 2008.
Come nel precedente Rapporto Globale sulla discriminazione, l’Ilo sottolinea “come la necessità di combattere il razzismo continua ad essere fondamentale. Nonostante siano stati compiuti alcuni progressi, in molti campi i risultati sono ancora insufficienti o nulli. Ciò che serve è una combinazione di norme, politiche e altri strumenti, come l’accesso garantito a meccanismi di ricorso efficaci per tutte le vittime. Gli ostacoli che impediscono la parità di accesso al mercato del lavoro devono essere eliminati. I più colpiti da questi ostacoli sono le persone di origine africana o asiatica, i popoli indigeni e le minoranza etniche, e sopratutto le donne che rientrano in queste categorie. Etichettare alcuni gruppi sulla base di stereotipi può avere degli effetti molto dannosi.”
Il Rapporto segnala anche che durante i periodi di recessione economica vi è la tendenza a dare minore priorità alle politiche volte alla lotta contro la discriminazione e alla promozione di una maggiore consapevolezza dei diritti dei lavoratori. “Le misure di austerità, i tagli al bilancio delle amministrazioni del lavoro e dei servizi di ispezione, insieme alla riduzione dei fondi a disposizione degli organismi specializzati in materia di non-discriminazione e uguaglianza possono compromettere seriamente la capacità delle istituzioni di impedire che la crisi economica si traduca in un aumento della discriminazione e della disuguaglianza”, precisa il Rapporto. Per questo viene auspicato una maggiore impegno dei governi nel monitoraggio e nella lotta alle discriminazioni.
Il Rapporto globale “raccomanda una serie di misure per contrastare la discriminazione. Sono state identificate quattro aree prioritarie che comprendono: la promozione della ratifica universale e dell’applicazione delle due Convenzioni fondamentali sull’uguaglianza e la non discriminazione; lo sviluppo e la condivisione di conoscenze sull’eliminazione della discriminazione nell’impiego e nelle professioni; lo sviluppo delle capacità istituzionali dei costituenti dell’ILO nell’attuazione più efficace del diritto fondamentale di non discriminazione nel lavoro; e il rafforzamento dei parternariati internazionali con attori principali che si occupano di uguaglianza.”
Il testo completo del rapporto e una sua sintesi sono disponibili ai seguenti indirizzi:
http://www.ilo.org/rome/risorse-informative/servizio-informazione/publicazioni/WCMS_155373/lang–it/index.htm
http://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/—ed_norm/—relconf/documents/meetingdocument/wcms_154779.pdf